La trama del romanzo – perché comunque di romanzo si tratta – o per meglio dire: il pretesto, racconta di un giovane scienziato che si trova, suo malgrado, inserito e attore principale di un disegno e progetto che si rivelerà ben più grande di lui. Adam Jason, il protagonista, inizia un viaggio di conoscenza in se stesso, intorno allo scibile umano, alla filosofia, alla scienza, all’esoterismo, ma anche un viaggio fisico in luoghi della terra molto particolari, dai deserti del Medio Oriente fino a Praga, città che già nel suo nome ceco, “Praha” (soglia) evoca e catalizza incontri straordinari, sincronicità impossibili, eventi al limite del reale. Un città, d’altra parte, da sempre considerata e definita “magica”.
Pian piano Adam incontra scienziati illustri, donne affascinanti, mentori e maestri, personaggi al limite del reale, e la trama del romanzo si dipana poco a poco, perseguendo sottilmente uno stretto sentiero ai confini dell’impossibile, dell’irrazionale e del favolistico, ma anche della scienza rigorosa, dell’ecologia dell’astronomia fino alla fisica delle particelle.
Una trama che si risolve velo dopo velo portando il lettore ad interrogarsi sui tanti problemi del mondo d’oggi, ma
Cosa veramente voglio per me nella mia vita? Quale è il mio compito, quale è il mio destino, voglio veramente compierlo o voglio modificarlo…? Quale è il mio ruolo? Quale è la mia strada, cosa voglio farne del tempo che mi è stato dato, che si svolge nel libro della mia vita tra la mia nascita e la mia morte?
In questo senso Poco meno degli Angeli è un libro didattico che porta il lettore a chiedersi diverse cose, dal ruolo sulla terra della specie umana alle problematiche legate all’inquinamento ed al sovraffollamento. Dipinge, pennellata dopo pennellata, un grande quadro che alla fine del libro si rivela al lettore come un affresco straordinario dello scibile umano.
L’Autore si propone di riflettere sul fatto che le Scienze esatte, “esterne”, non può essere separate da una scienza interiore, da una crescita “interna”. Lavorare con la Natura, sulla natura, implica per il bene proprio e dell’Umanità, intraprendere un lavoro anche interiore, che non è semplicemente una riflessione morale, ma un vero e proprio “progredire simmetrico dentro-fuori”.
Mauro Ruggiero, insomma, è un nuovo bravo scrittore che ci sta regalando, oltre ai suoi racconti e ai suoi saggi già pubblicati, anche un romanzo a dir poco intrigante e sapiente.
Il titolo del libro è tratto da un salmo della Bibbia, il Salmo n. 8
“O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.”
(Bibbia, Libro dei Salmi, Salmo 8).
La Bibbia non è la sola ad affermare che l’uomo, la vita umana siano speciali… si dice nelle scritture antiche Indiane che “persino gli Dei anelano ad avere una vita umana…”.
Ma è veramente così? E’ vero che l’uomo sia “poco meno degli angeli”? Anche questo è un interrogativo che nel libro si è portati a chiedere.
Poco meno degli angeli è un romanzo atipico, (ma in realtà non è semplice catalogarlo…è un romanzo, un saggio, un libro iniziatico, un diario di Viaggio?) da un lato può ricordare per certi versi il modello di scrittura di un grande scrittore di letteratura anticipatoria e Science Fiction, che è Isaac Asimov. Essendo uno scienziato Asimov, nelle sue opere, era il più possibile rigoroso nelle citazioni scientifiche.
Definirei il libro di Ruggiero un “Romanzo di confine”, “Borderline”, una parola alla moda oggi, mutuata dal lessico psicologico.
Una narrazione che confina con la fantasia, con il sogno, al confine con la scienza più attuale, quella che anno dopo anno perde certezze, e che assomiglia e riscopre sempre più analogie e coincidenze con antiche culture Orientali, Mediterranee e Mediorientali, di anno in anno scopre nuove coincidenze, nuovi collegamenti, nuove cosmologie, pian piano avvicinandosi – ma senza ancora penetrarla – alla superficie della Conoscenza Universale, quella che gli scienziati vorrebbero trovare prima o poi; il Collegamento Finale, le Equazioni del Campo Unificato.
C’è un aneddoto poco conosciuto su Albert Einstein. Egli che tra l’altro visse ed insegnò proprio a Praga per un periodo, negli ultimi anni della sua vita cercò a lungo di riunire la sua Teoria della Relatività con la Fisica Quantistica, ed in questo tentativo si chiuse letteralmente in casa in un ritiro psicotico tra i suoi libri, i suoi numeri e la sue equazioni scritte su grandi lavagne nere, perdendo probabilmente il senno, nel tentativo di risolvere l’ ”equazione finale”.
Ma fin dove può arrivare la Scienza?
Fino a quando e quanti frutti di questo benedetto Albero della Conoscenza si possono mangiare? Esiste forse un limite che la Scienza non può superare e che deve riconoscere di non poter superare?
Cito uno dei miei Maestri: Carl G. Jung:
“Perché noi siamo nel senso più profondo le vittime o i mezzi e gli strumenti dell’Amore Cosmico. Essendo una parte, l’uomo non può intendere il tutto, è alla sua mercé.
L’Amore non viene mai meno, sia che parli con la lingua degli angeli sia che tracci la vita della cellula con
Questo è solo uno degli stimoli che il libro di Ruggiero propone… “Quale è il limite della conoscenza scientifica, e quando essa bisogna che si fermi per lasciare spazio ad una conoscenza che non può che passare per l’interiorità dell’Uomo?
Quanto l’uomo di scienza non debba “riconoscere la naturale sottomissione” alle meraviglie della Natura nell’affrontarne il suo studio e la sua Conoscenza?
Perché non può esistere una Sola Conoscenza? Perché la Scienza non realizza che – come gli antichi Alchimisti sapevano bene – le sue due facce, quella esteriore, della Natura osservabile all’esterno, e quella Interiore, quella osservabile cioè all’interno di noi, sono entrambe il completamento l’una dell’altra, e che l’una non può esistere senza l’altra?
Questo è uno dei “fil rouge” del libro di Ruggiero.
Un altro riferimento piuttosto intuitivo che possiamo trovare nel libro è alla Commedia di Dante, come non intravedere nel percorso del protagonista Adam un percorso iniziatico insieme al suo Maestro/Mentore prof. Nelchael?
Allora, da queste brevi pennellate che ho cercato di dare, il libro di Mauro Ruggiero è un’ opera che è anche un vaso di Pandora, che ti prende piano piano, in sordina, umilmente, e poi, anche dopo averlo finito, ti viene voglia di rileggerlo, di sottolinearlo, di cercare e verificare gli innumerevoli rimandi: dai vari tipi di tè, alle teorie cosmologiche e quantistiche, alla biologia, alla climatologia, all’ ecologia, alla paleoantropologia… non vorrei fare un torto al nostro grande Dante, ma davvero questo romanzo come la Commedia è intriso di Conoscenze e Conoscenza che ti prendono e ti stimolano a cercare e ad approfondire, a chiederti se è vero o no…
Vi confesso che la mia copia del libro è ormai sottolineata e segnata in lungo e in largo!
Il libro è anche un tributo ai viaggi ed al loro protettore/dio greco Ermes, insieme ad Adam viaggiamo in alcuni dei posti più belli ed intriganti della terra, dal Medio Oriente a Roma, dal Mali a Pasadena, passando per Praga. Questa dimensione dei viaggi e del viaggiatore è un’altra costante nel romanzo.
Ecco infine alcuni altri spunti che mi son balenati in mente, ispirati dalla lettura del libro di Ruggiero.
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*Scienza interna e scienza esterna, cosa cercano e ricercano entrambe in ultimo?
*La Luce, l’unificazione delle due è la Luce, come il Prof. Giorgio Vassallo mi ha spiegato, nel confermarmi che tutto quello di scientifico citato nel libro è coerente con il mainstream scientifico? La luce, per la scienza, potrebbe essere il punto di incontro tra interno ed esterno, potrebbe essere il trait d’union tra materia ed energia, essa potrebbe essere la chiave per realizzare il Campo Unificato, il collegamento tra la Relatività e la Meccanica Quantistica.
D’altro canto, l’Oro non è forse Luce, ciò che cerca di creare l’antico Alchimista?
*Praga, luogo fisico e non solo, del libro, è stata soglia di antichi Alchimisti; l’Alchimista nella sua ricerca dell’oro interno ed esterno aveva già unificato i campi?
*E’ Energia ciò che permea l’universo, noi siamo gocce di energia di un oceano… dentro di noi c’è l’oceano e
Accettare questo significa accettare il Limite. Primariamente il Limite è quello della vita e della Memoria. Noi ci estingueremo nell’Oceano oppure ci Ritroveremo nell’Oceano? Probabilmente non ne avremo memoria.
*Gli Yoga Sutra di Patanjali dicono proprio in apertura degli aforismi:
“L’Unione Ultima avviene nel momento in cui cessano le modificazioni della mente.”
Quando il lago è immobile posso scrutarne il fondo, quando le acque sono agitate il fondo mi è oscurato. I miei pensieri sono l’agitazione.
Il Segreto del Fiore D’Oro è questo.
Il Miracolo è che in questa vita posso conservarne temporaneamente memoria, ma solo in questa Vita, probabilmente…a meno che la Memoria non sia legata alla materia (grigia) bensì alla Luce ma questa è altra o Alta speculazione…
Spero di avervi un po’ incuriosito per intraprendere la lettura del libro di Mauro Ruggiero che, tra l’altro, auspico possa essere pubblicato in inglese ed in ceco, veramente se lo merita.
Giuseppe M. Buffa
Psicologo analista junghiano