Quando mia madre propose l’idea di visitare il Nepal un anno fa, tutti noi la prendemmo solo come una bella idea. Ma nessuno di noi si aspettava che sarebbe stata veramente realizzata. Lo è stata davvero e qualche mese fa abbiamo fatto ritorno da questo luogo meraviglioso, e siamo ancora eccitate da questa esperienza.
I preparatici per la nostra piccola “spedizione” iniziarono nel gennaio 2012. Fu la prima volta che incontrammo la nostra guide nepalese.Fu un’amico di mia madre che le suggeì l’idea di visitare il Nepal e che era stato lì già 11 volte. Ci parlò dei suoi viaggi passati in modo così bello che da quel momento tutti noi non vedemmo l’ora di partire per questo viaggio.
È il 4 ottobre 2012 e stiamo aspettando il nostro volo all’aeroporto di Praga. Voleremo attraverso Milano e Delphi fino a Kathmandu, la capitale del Nepal. Nessuno di noi sapeva cosa aspettarsi. Ci sentivamo tutti un po’ persi e dipendenti dalle capacità e dall’esperienza della nostra guida. Nonostante il fatto che molti di noi avevano viaggiato molto anche prima e non avevano problemi ad arrivare dove volevamo. Niente funzionava come eravamo abituati. Se la nostra guida non avesse prenotato precedentemente tutto sono sicura che avremmo speso tre volte più soldi di quanto abbiamo speso in realtà. Naturalmente la gente del Nepal cerca di ottenere il massimo possibile quando contratta con gli stranieri. Così in genere esagerano il prezzo reale delle merci o dei servizi di tre o quattro volte.
All’inizio esitavamo tutti a contrattare perché, rispetto ai nostri, erano comunque molto economici. Considerando poi le loro condizioni di vita eravamo anche desiderosi di dar loro il denaro che chiedevano. Ma capimmo che per loro è una specie di gioco. Così accettammo le loro regole e, alla fine, è stato divertente anche per noi, andare a fare la spesa e contrattare con loro.
Dopo essere atterrati a Kathmandu ci siamo diretti subito verso i nostri alloggi che si trovavano nel quartiere della città chiamato Thamel. Questa zona era destinata specialmente per i turisti ma era collocata dall’altra parte della città. Ciò significa che avevamo bisogno di attraversare tutta la città e questa si dimostrò essere una vera sfida. Guidano a sinistra e sembra che questa sia l’unica regola ufficiale che rispettino sulla strada. Per il resto le regole sono: chi è più veloce o usa il clacson, allora passa. La città è piena di automobili, motociclette ed è piena di persone che attraversano le strade senza alcuna paura di essere investite da una macchina.
Abbiamo trascorso soltanto un giorno nella capitale, giusto per abituarci. Il tour della città era programmato per qualche giorno dopo. Dovevamo trascorrere in Nepal 21 giorni e metà del tempo dovevamo passarlo nell’Himalaya per vedere Mr. Everest. Il nostro gruppo era bigenerazionale, e dato che una generazione aveva sui 60 anni non nutrivamo grandi aspettative. Avevamo un solo obiettivo – vedere con i nostri occhi le montagne e in particolare il Monte Everest, non importa quanto lontano sarebbe stato.
C’era un’altra cosa che preoccupava la maggior parte del nostro gruppo, più delle alte montagne dell’Himalaya. Era il volo da Kathmandu a Lukla, uno degli aeroporti più pericolosi al mondo. A bordo potevano esserci solo 16 persone e si poteva decollare solo se il tempo era buono. La fortuna era dalla nostra parte, il volo durò 40 minuti e atterrammo sani e salvi a Lukla.
Sapevamo da prima che non sarebbe stato facile e ci eravamo preparati per questo, ma era qualcosa che nessuno di noi si sarebbe aspettato, naturalmente fatta eccezione per la nostra guida. Ce l’abbiamo fatta fino a Namche Bazar (3.440 m) che è il punto di partenza di tutte le spedizioni che mirano alla cima. Sfortunatamente per qualcuno del nostro gruppo, che è rimasto qui, questa è stata la fine. L’altitudine era troppo elevata e ciò avrebbe potuto causare loro molti problemi di salute. Fortunatamente la vetta del Monte Everest è visibile anche da laggiù. Il resto del gruppo proseguì per Tengboche (3.867 m) dove ci dovrebbe essere la più bella veduta sulla cima del Monte Everest e dove è stato costruito un tempio buddhista. Questo era di fatto il punto successivo della nostra spedizione. Da questo punto iniziammo a tornare ma scegliemmo una via che passava attraverso Monjo e Khumjung. Ci unimmo al resto del nostro gruppo in Namche Bazar e ritornammo a Lukla.
Dodici giorni tra le montagne, abbiamo raggiunto vette di 4100 m, abbiamo fatto solo tre docce e abbiamo decisamente perso qualche chilo. Ma è stata un’esperienza fantastica che non avremmo potuto fare in nessun altro luogo. Non avevo mai visto montagne così alte, una natura così bella, così tanti animali in libertà e un popolo così puro e aperto.
Trascorremmo i pochi giorni rimanenti a Kathmandu ed è stato sufficiente a comprendere che non c’è spazio a sufficenza per tutte le persone che ci vivono. È sovraffollata, molte persone vivono per strade e c’è molta sporcizia ovunque. Ma la storia di questo luogo rende la città ancora mistica e molto bella, a modo suo.
Nell’ultima parte del nostro viaggio eravamo diretti fuori dalla capitale. La nostra prossima destinazione era Pokhara. Un luogo dove c’è la più bella veduta dell’alba sul monte Anapurna. Ci svegliammo alle 5 del mattino per essere lì alle 6, molto desiderosi di salire la collina così presto al mattimo mentre nessuno di noi aveva fatto colazione o addirittura stava ancora dormendo, ma il premio è stato fantastico. Il giorno successivo abbiamo guidato fino al Chitwan National Park dove abbiamo trascorso i nostri ultimi due giorni. Dopo il gelo delle montagne Himalaya questo era come un Safari caldissimo. Ci avevano promesso che avremmo visto rinoceronti e coccodrilli selvaggi, e così accadde. Abbiamo avuto anche l’occasione di trascorrere più di un’ora su un elefante che camminava nella foresta mentre alcune persone cercavano di vedere una tigre. Ma vedere una tigre selvaggia è rimasto solo un nostro desiderio segreto.
Abbiamo trascorso 21 giorni in un modo diverso e abbiamo capito che niente è così male come ci può sembrare. Ci sono posti nel mondo dove le persone non hanno così tanto come noi ma, nonostante questo, sono molto più ottimisti e felici di noi. Uno di questi è il Nepal.