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“L’arte di sparire”. Un romanzo di Claudio Vainieri

Il giovane Marco Nidal si trova coinvolto in un caso di sparizioni seriali di persone, tra le quali suo padre. Coadiuvato dall’Ispettore di polizia Perduto e da una stagista nella redazione di un giornale, Marco cercherà di far luce sulle inspiegabili sparizioni, mentre i muri della città si riempiono di manifesti di persone scomparse. In una narrazione grottesca e surreale, Claudio Vainieri accompagna il lettore in un’indagine avvincente i cui risvolti si fanno via via più inquietanti, fino alla sorprendente soluzione dell’enigma.

Sparire è un labirinto di sensazioni, concepibile solo se si decide di compiere un salto convinto nell’immaginario.

Sopporteremo l’assenza di orientamento, non soffriremo di vertigini e sapremo convivere con le situazioni indefinite che incontreremo nei nostri futuri tragitti. Ci adatteremo all’ignoto e a vivere in condizioni di continua incertezza.

Nell’Arte di sparire, il lettore incontrerà la nebbia. Fitta e avvolgente, rappresenterà la perdita di punti di riferimento.

Aloni biancastri che evocano insicurezza e instabilità.

Un caos creativo, apripista a un immaginario indistinto.

Dalla nebbia alla scomparsa.

La sparizione è un atto volontario, una consapevole scelta di vita in un mondo che ci vorrebbe sempre connessi, protagonisti e presenti.

Sparire è un labirinto di sensazioni, concepibile solo se si decide di compiere un salto convinto nell’immaginario.

Nel romanzo la scomparsa viaggia attraverso due binari paralleli: quello materiale e quello spirituale.

In quello materiale sono trattate le tematiche che riguardano l’individuo nell’attuale contesto socio-economico e il suo rapporto con la moderna tecnologia.

Flessibilità del lavoro, privatizzazione e riduzione progressiva dello stato sociale, hanno cambiato riferimenti e prospettive degli uomini e delle donne del nuovo millennio. Nell’attuale società non è possibile fermarsi. La posta in gioco è la salvezza temporanea dalla scomparsa, dall’eliminazione.

In questo quadro, una tecnologia diventata fattore di omologazione e selezione che amplifica la finta immagine dell’uomo fino al suo annullamento. Un’esistenza e un’identità dell’essere umano moderno più affidata e dipendente dalla mutazione tecnologica che dalla natura.

Dal materiale a una dimensione spirituale che osserva la singola personalità alle prese con richieste e pressioni del luogo sociale e storico in cui il portatore  si trova ad agire. Dove i conflitti tra carattere, vocazione, destino del singolo sono sempre più marcati.

I personaggi del romanzo attraverso le loro sparizioni escono dal gioco delle apparenze e provano a prestarsi attenzione. Si ritirano dal mondo e tentano di lasciarlo esistere. Sparire non per negare ma per affermare se stessi e allo stesso tempo far scomparire quello che ci definisce.

La narrazione scorre tra il grottesco e il surreale. La realtà viene trasfigurata, ma non negata.

Il fine è lo spostamento del senso. Ossia il tentativo di trasformare immagini che siamo abituati a vedere in base al senso comune, in immagini che ci trasmettono l’idea di un diverso ordine della realtà.

Il proposito del romanzo non è di sostenere una tesi. Confondere, disorientare, spiazzare il lettore.

Questo è l’intento dell’autore.

Claudio Vainieri, classe 1982, vive in provincia di Milano.

Laureato in Storia contemporanea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano.

Tra i suoi interessi: la storia, il cinema, la letteratura e la psicologia del profondo.

“ L’Arte di Sparire “ è il suo primo romanzo.

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