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La sudcoreana Han Kang vince il Premio Nobel per la Letteratura 2024

L’autrice sudcoreana Han Kang, figlia dello scrittore Han Seungwon, è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura 2024, diventando la prima scrittrice del suo paese a ricevere questo prestigioso riconoscimento. L’Accademia di Svezia ha premiato Han per “La sua intensa prosa poetica che affronta traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”, riconoscendo il suo impatto sulla scena letteraria internazionale. Con una consapevolezza unica “del legame tra corpo e anima, tra vivi e morti”, Han è considerata, infatti, una delle principali innovatrici della prosa contemporanea.

Han Kang, nata nel 1970 a Gwangju, è studiosa di letteratura coreana e ha iniziato la sua carriera come poetessa. Autrice anche di saggi, novelle, romanzi e racconti, è nota soprattutto per il suo romanzo “La vegetariana” (Tradotto in italiano e pubblicato da Adelphi nel 2016), che ha conquistato l’attenzione mondiale con la vittoria dell’International Booker Prize nel 2016. Il libro narra la storia di una casalinga che, in un atto di ribellione silenziosa, smette di mangiare carne, innescando una discesa verso l’auto-annullamento e il desiderio di trasformarsi in un albero. Il romanzo, sovversivo e visionario, ha “contribuito a ridefinire la narrativa contemporanea sudcoreana, aprendo la strada a opere più sperimentali e audaci”.

La vittoria di Han è stata una sorpresa, in quanto la favorita di quest’anno per l’ambito premio, era la scrittrice cinese Can Xue.

 Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha definito la vittoria “un grande traguardo per la letteratura sudcoreana e un’occasione di festa nazionale”.

Nella sua scrittura, Han Kang ha sempre esplorato temi profondi e universali, spesso confrontandosi con i traumi storici della Corea del Sud. A Gwangju, città segnata dall’insurrezione del 1980 contro il governo militare, Han ha assistito in giovane età alla violenza perpetrata dalle forze dell’ordine contro i manifestanti pro-democrazia. Questo tragico evento ha lasciato un’impronta indelebile sulla sua visione del mondo e sulla sua scrittura. Nei suoi scritti Han affronta direttamente l’eredità della violenza politica, raccontando la repressione del movimento di Gwangju attraverso gli occhi di testimoni e sopravvissuti. Questi episodi di brutalità, insieme alla sua riflessione sulla precaria condizione umana, sono diventati temi ricorrenti nella sua opera.

L’importanza della sua vittoria risiede anche nel fatto che è la prima donna sudcoreana a ricevere il Nobel, una nota significativa in un panorama letterario spesso dominato da figure maschili.

Oltre a “La vegetariana”, Han ha scritto diversi altri romanzi, tra cui “Atti umani“ (2017) e “Convalescenza” (2023), e “L’ora di greco” (2023) pubblicati in italiano da Adelphi. Quest’ultimo racconta la storia di una donna che, dopo aver perso la capacità di parlare, cerca di recuperarla studiando il greco antico. Il romanzo è stato lodato per la sua delicatezza nel trattare la vulnerabilità e l’intimità delle relazioni umane.

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