L’intervista a Dominik Duka, cardinale, teologo, arcivescovo di Praga e primate della Repubblica Ceca, sullo sviluppo morale e spirituale in Repubblica Ceca durante gli ultimi 25 anni, sulla differenza tra il mercato libero e la libertà nel mercato e sulla forza della fede sotto il giogo del totalitarismo. E poi sull’importanza della famiglia, la convivenza pacifica tra cristiani e musulmani e, naturalmente, sul progetto del Giardino dei Giusti a Praga e molto altro ancora.
Grazie alla disponibilità e alla collaborazione del suo segretario, padre Milan Badal, abbiamo avuto l’onore di intervistare per Gariwo – Giardino dei Giusti di Praga e Café Boheme il cardinale e primate ceco Dominik Duka. Come ci aspettavamo il risultato del piacevole incontro in una giornata di sole nello splendido Palazzo Arcivescovile di Praga è un dialogo interessante e ricco nel quale Duka affronta le questioni dello sviluppo morale e spirituale della Repubblica Ceca durante gli ultimi 25 anni di libertà, alla luce delle grandi aspettative degli anni ’90, così come degli errori di quel periodo che ha paragonato alla “belle époche” quando sul Titanic “sopra si balla e sotto già si aprono già le falle ed è necessario riparare la nave invece che continuare a divertirsi”. Nella metafora il “divertimento” è la confusione tra il mercato libero e la libertà nel mercato perché libertà significa responsabilità. Ma il cardinale non tralascia di citare i successi economici e la stabilità economica “dei primi anni ottenuti addirittura senza l’aiuto delle dotazioni dell’Unione Europea”.
Naturalmente l’intervista affronta anche le questioni relative all’importanza della fede in un regime totalitario, ma anche le minacce e le sfide di oggi, come per esempio l’ateismo e l’anticristianesimo militanti, oltre che la necessità di tutelare la famiglia quale “unica scuola dove impariamo la responsabilità, l’amicizia, l’amore e la solidarietà, e anche la sussidiarietà”, e di trovare un equilibro nella coesistenza tra cristiani e musulmani tramite il dialogo laddove “io devo vedere nell’altro il prossimo mio, rispettarlo e cercare con lui pazientemente una via per una qualche forma di coesistenza”. In chiusura abbiamo parlato ovviamente anche del progetto del Giardino dei Giusti di Praga che non solo ha entusiasmato il cardinale, ma gli ha evocato addirittura “quell’albero della conoscenza del bene e del male nel giardino dell’Eden che mantiene la distanza tra la terra e il cielo”. In merito al Giardino Duka ci ha anche svelato dove gli piacerebbe che si trovasse.
L’intervista completa al link sotto