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Intervista a S.E. Aldo Amati, nuovo ambasciatore d’Italia a Praga.

aldo5La sua prima esperienza diplomatica risale al 1990 quando durante gli anni inquieti della caduta dell’Unione Sovietica lavorava presso l’Ambasciata italiana di Mosca. Dal 1994 ha lavorato poi presso l’Ambasciata di Londra. Nel 2001 si è trasferito a Washington da dove poi nel 2007 si  è spostato a Tokyo come vice dell’ambasciatore. Nel 2011 è tornato a Roma dove ha assunto la posizione di consigliere diplomatico nell’Ufficio Affari diplomatici del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel 2013 è diventato poi responsabile del Servizio per la stampa e la Comunicazione istituzionale e portavoce dell’ex ministro degli Affari Esteri Emma Bonino.

 

Lei arriva in una città storica i cui rapporti con gli italiani risalgono quantomeno all’epoca di Rodolfo II. Come ha accolto questo incarico in una sede così prestigiosa?

L’ho accolto con grandissimo entusiasmo. Si tratta di un paese che avevo visitato per turismo, in particolare Praga, e l’opportunità di lavorare qui per 4 anni mi rende molto felice. Sono orgoglioso di poter rappresentare l’Italia in questo bellissimo paese.

So che è ancora presto perché è appena arrivato, ma ha già qualche idea per la sua missione?

Penso che dal punto di vista politico dobbiamo intensificare i rapporti e le visite bilaterali, soprattutto in un momento come questo quando la situazione geopolitica e strategica è talmente complicata su vari scacchieri, soprattutto nel Medio Oriente, ma anche qui vicino a noi in Ucraina. È importante, dunque, che i nostri due governi si parlino il più spesso possibile, ovviamente anche nell’ambito dell’UE. Vorrei poi dare una grande connotazione di carattere economico, aprire maggiori spazi nell’interscambio e nuovi settori di cooperazione bilaterale aiutando le piccole-medie imprese italiane a venire sul mercato ceco.

Qual è la percezione in Italia a livello politico della Repubblica Ceca?

A livello politico si percepiva che fino a non troppo tempo fa esisteva una posizione ceca particolare in ambito europeo che abbiamo sempre rispettato. Ricordo l’incontro tra il presidente Napolitano e Klaus molto cordiale, ma le idee erano diverse. Adesso mi sembra che nell’attuale governo prevalga una maggiore propensione a guardare all’Europa e alla integrazione progressiva del progetto europeo come a qualcosa di positivo di cui Praga e la Repubblica Ceca debbano far parte.

In ambito UE i rapporti tra i paesi sono così intensi e anche facili che a volte ci si chiede quale sia oggi il ruolo di un’istituzione così complessa come l’ambasciata?

In Italia il ruolo degli ambasciatori e della struttura diplomatica si è evoluto radicalmente. Attualmente infatti siamo anche al servizio del sistema economico italiano. Siamo chiamati ad interagire molto strettamente con gli altri attori istituzionali per essere un interlocutore per le PMI italiane che decidono di cercare nuovi mercati. Io penso che la Repubblica Ceca sia un mercato che ha tante attrattive nei confronti delle PMI italiane, la manodopera molto qualificata, i costi contenuti dell’energia, le infrastrutture e i servizi che funzionano molto bene. Ci sono tutti i presupposti per aumentare un interscambio che è pur sempre considerevole.

Cosa intende fare per la Cappella degli Italiani? Un tesoro italiano di inestimabile valore attualmente purtroppo inagibile.

Già dalla prossima settimana mi incontrerò con alcuni interlocutori che ci potrebbero dare una mano a rimettere a posto un’opera d’arte così bella. Ricordo che in passato i miei predecessori facevano lì la messa di Natale. Prima di andarmene vorrei, se sarà possibile, fare una cosa del genere, anche se non accadrà in tempi brevi.

Questo articolo di Andreas Pieralli è stato pubblicato sul settimanale: Euro

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