In che misura società segrete come la Massoneria e la Carboneria hanno contribuito al processo di unità nazionale in Italia? Sull’argomento sono stati pubblicati molti libri e articoli, alcuni dei quali hanno fermamente negato il ruolo che queste due istituzioni avrebbero giocato nel periodo risorgimentale, mentre altri lo hanno esaltato. Secondo Aldo Chiarle: eroe della Resistenza, giornalista, scrittore e massone, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia (la Comunione Massonica italiana più numerosa) è innegabile il ruolo di primissimo piano giocato dalla Massoneria nell’opera vasta e complessa di pensiero e di azione che preparò e portò a termine il Risorgimento, e a prova di ciò ricorda che personaggi chiave dell’unità nazionale come Garibaldi, Mazzini, Bixio e Cavour, tra le migliaia di altri martiri ed eroi noti ed ignoti, furono iniziati ai riti massonici ed educati nella Logge.
A proposito del ruolo presunto o reale che le società segrete in generale e la Massoneria in particolare avrebbero giocato nel processo che ha portato all’unificazione del nostro Paese, qual è il suo duplice punto di vista di scrittore e massone?
AC. Considerando il processo che ha portato all’unificazione del nostro Paese come il fenomeno storico definito Risorgimento, occorre dire che esso si nutrì del concorso, oltre che della Massoneria, e ben più importante di essa, anche della Carboneria e della Giovine Italia. Il ruolo della Massoneria è stato notevole, specialmente nell’ultima parte del Risorgimento, anche perché sia Mazzini, che Cavour, che Garibaldi erano massoni. A proposito di Mazzini, la storia ha fatto giustizia del “Mazzini solo favorevole” alla Massoneria. Invece Egli è stato regolarmente iniziato nel Carcere di Savona, quando ha scritto le basi più fondamentali della Giovine Italia. Il contributo della Massoneria alla libertà d’Italia si è verificato intensamente fino al 1945, coordinando, specialmente sul finire dell’ultima guerra, azioni militari interalleate per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
La Massoneria in generale è stata spesso vista come espressione della politica imperialista di stati come la Francia e l’Inghilterra del XVIII e XIX sec intesa a scardinare (nel caso specifico della Francia) lo status quo dell’Europa dell’epoca. Lei crede che questa idea poggi su un fondamento di verità storica, e quindi nell’esistenza di un preciso disegno massonico, oppure no?
AC. Molte cose si sono dette e scritte relativamente alla Massoneria e alla politica imperialista dell’Inghilterra e della Francia. Tutte teorie senza fondamento ed antistoriche. La Francia e la sua Massoneria erano impegnate solo nello stabilire le frontiere con la Germania ed in Italia, in particolare, alleata a casa Savoia, tale impegno si profondeva nell’intento di liberare l’Italia dagli Austroungarici che occupavano molti territori dell’Italia Settentrionale. Il massone Garibaldi venne aiutato dalla Massoneria Inglese per lo sbarco in Sicilia e nell’azione di conquista della Sicilia alla causa dell’Italia unita si era schierata anche la Francia, perché i Borbone con i loro “parenti” spagnoli potevano essere un pericolo per l’egemonia francese nel Mediterraneo.
Alcuni storici militanti cattolici vedono il Risorgimento italiano come un movimento guidato prevalentemente dalle élite anticlericali e massoniche in particolare, il cui scopo ultimo era quello di abbattere il potere temporale. Quanto secondo lei ciò è vero e quanto invece è il semplice frutto di un arbitrario revisionismo storico?
AC. La Massoneria con le sue idee ferme e democratiche di “Libera Chiesa in libero Stato” combatté con decisione la forze papaline, perché tutto il Lazio era nelle mani del Papato che era alleato dell’Austria che all’epoca occupava anche molta parte dell’Italia del Nord. La lotta contro la Chiesa, quindi, era fondamentale per la conquista dell’unità dell’Italia. Naturalmente, l’impegno della Massoneria era per uno Stato dove la Chiesa potesse essere libera, per uno Stato senza ingerenze confessionali nelle scuole e fautore di libertà fondamentali per i cittadini. Questo fu conseguito, infine, nell’unità, frutto del Risorgimento. Tuttavia, questo grande frutto del progresso civile fu vanificato nel 1929, quando Benito Mussolini firmò i Patti Lateranensi determinando la sottomissione dell’Italia al potere del Vaticano. Questi stessi Patti, complice la connivenza tra fascisti, democratici cristiani e comunisti, furono favorevolmente votati nel 1947 ed entrarono nella Costituzione Repubblicana Italiana.
In che misura l’operato della Massoneria italiana nel Risorgimento è riconducibile ad una linea di pensiero comune massonica che potremmo definire “europea” e in che cosa invece manifesta tratti peculiari?
AC. L’Idea e i fini massonici sono limitati da precise norme che si sintetizzano nelle parole Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Ecco perché la Massoneria Internazionale prese netta posizione contro la Germania hitleriana nel 1938. Al di fuori di queste norme precise, la Massoneria non dà intendimenti e, naturalmente, è favorevole all’unificazione europea, non come esiste ora, ma come l’unione di tutti gli Stati in un solo Stato, come per gli Stati Uniti d’America e come sognava Garibaldi più di cento anni fa.
Molti storici, nelle loro opere, non danno nessun risalto al fatto che personaggi chiave del Risorgimento erano attivi membri di Logge Massoniche; lo stesso Garibaldi è stato Gran Maestro/Sovr. Gran Commendatore del Grande Oriente di Rito Scozzese siciliano e del GOI oltre ad essere GM del Rito di Memphis Misraim. Come mai secondo Lei questi particolari vengono spesso taciuti nei libri di storia e quanto l’essere Massoni avrebbe influenzato la condotta e le scelte di questi importanti personaggi storici?
AC. Viviamo in uno Stato con grandi influenze cattoliche e comuniste ed è noto che cattolici e comunisti sono sempre stati, come i fascisti, nemici spietati della Massoneria. Il Ministero della Pubblica Istruzione è sempre stato in mano democristiana ed il “massonismo” di Garibaldi era ed è ridotto a poche parole e nessuno parla del massonismo di Cavour e di Mazzini. Io penso che il “Vento” laico e democratico che viene dall’Europa, soprattutto dalla Francia e dall’Inghilterra, possa aiutarci, finalmente, a scrivere la vera Storia del Risorgimento e di quanti hanno lottato per esso. È bene per la Massoneria Italiana che con il suo Gran Maestro, Gustavo Raffi, sulle sue riviste parli di libertà, di progresso e di lotta contro tutte quelle idee “antiche” che ritornano sempre prepotentemente, ogni giorno di più in Europa, compreso l’antisemitismo, specialmente in certi Paesi dell’Europa Orientale.
Per quanto riguarda i nostri giorni: oggi moltissimi sostenitori convinti della Teoria del Complotto guardano alla Massoneria come fonte d’ogni male e come un’élite di persone il cui scopo è il controllo dei centri nevralgici della politica e dell’economia mondiali per l’acquisizione di sempre maggiore potere. In passato, atteggiamenti del genere, sono sfociati in vere e proprie persecuzioni dei Massoni sia da regimi di destra che di sinistra. Lei crede che una cosa del genere possa accadere ancora?
AC. Domanda importante che mi vede veramente e seriamente preoccupato. Sento una brutta aria anche in Italia. Una certa stampa, ogni volta che vi è uno scandalo, come quello del “Banco dei Paschi di Siena”, parla di implicazioni massoniche, che non vi sono mai state, che non ci sono. Seguo la Massoneria dal 1945, data in cui sono stato iniziato e la Massoneria Italiana ha sempre portato avanti ideali di libertà e mai nessun compromesso con le forze di banca e il potere. Valgono, purtroppo, le regole assurde ed ignobili del “complotto massonico di Sion”, inventato dai zaristi russi nel 1905 e resuscitato da Benito Mussolini con gli articoli di Giorgio Bocca, giornalista che bisogna dirlo è stato uno dei 237 firmatari dei provvedimenti fascisti contro un accanimento antimassonico veramente sconcertante, che non fu mai da lui disconosciuto. Destra e Sinistra, come sempre, contrarie alla libertà, non mi stupirebbero per nulla se, dove sono al comando, prendessero iniziative contro la Massoneria.
ALDO CHIARLE – Giornalista, saggista e scrittore
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale ha lottato contro il fascismo militando nella Resistenza: XVI Brigata Garibaldi – VI Divisione Langhe. Pluridecorato è stato anche insignito del Diploma d’Onore di Combattente per la Libertà (1943-1945) rilasciatogli dal Presidente della Repubblica, e della Croce di Combattente dell’Europa. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal I gennaio 1951 ha ricevuto la Targa d’Argento per i 50 anni di professione nel giugno del 2002. Ha collaborato alla RAI TV e a quotidiani italiani e americani scrivendo articoli e realizzando servizi da vari paesi del mondo. Nel 1959 gli è stato concesso il Premio della Cultura dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, premio concessogli anche nel 1973 e nel 1982. Iniziato alla Massoneria clandestina nel 1945, confluì nella Massoneria Unificata d’Italia nel 1946 e successivamente nel Grande Oriente d’Italia di cui è Gran Maestro Onorario dal 2004.