E’ uscita una nuova traduzione in lingua italiana di un classico della letteratura ceca: “Povídky malostranské (1878)” dello scrittore e poeta ceco Jan Neruda. Il volume, curato da Alena Wildova Tosi e tradotto da Annalisa Cosentino, contiene i più bei racconti della celebre raccolta di Neruda, nei quali il lettore ritroverà personaggi indimenticabili come il nobile mendicante Vojtíšek, il commerciante Vorel con la sua pipa e la piagnucolosa signora Ruska. Nel libro sono presenti altri scritti di Neruda fino a questo momento inediti in lingua italiana. Di questo capolavoro della letteratura ceca, Claudio Magris ha scritto:“I racconti di Jan Neruda sono una lieve e discreta summa dei motivi ricorrenti in tutta la letteratura praghese posteriore: la mescolanza di pietà ed umorismo, la comprensione e l’amore del prossimo nascosti sotto la ruvida battuta (…), l’epopea della piccola vita di ogni giorno che sembra soffermarsi sul modesto o comico dettaglio quotidiano e intanto abbraccia, in quella concretezza, il senso e il respiro della storia”.
Alena Wildova Tosi (a cura di),
Racconti di Malá Strana e altre storie praghesi,
Marsilio: 2014,
pp.198.
La casa editrice Lindau ha ripubblicato in una nuova edizione un’opera su Praga intelligente e sicuramente utile a coloro i quali, al di là delle suggestioni offerte da un certo tipo di letteratura sulla “Città magica”, vogliono penetrare più a fondo nella storia e nella cultura passate della capitale boema. Si tratta del libro “Praga al tempo di Kafka. Una guida culturale”, di Patrizia Runfola, uscito per la prima volta nel 1990. In questa sua opera, la Runfola, sul filo di un racconto suggestivo e intenso rivive un momento preciso nella storia di Praga: gli anni di Kafka, un periodo centrale per la storia della letteratura europea che si è svolto nei circoli letterari, per le strade e nei café di Praga, allora crogiolo di lingue, culture e tradizioni diverse. Kafka, Max Brod, i fratelli Čapek, Jaroslav Hašek e Gustav Meyrink sono solo alcuni dei protagonisti di questo indimenticabile racconto, l’immagine di un mondo in dissoluzione che dovrà presto soccombere alla follia di una guerra mondiale e ad altre tristi vicende storiche.
Patrizia Runfola,
Praga al tempo di Kafka. Una guida culturale,
Lindau: 2014,
pp. 280.
Petr Hruška, classe 1964, è un poeta, sceneggiatore e critico letterario ceco membro del Dipartimento di Letteratura Ceca dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. La sua opera “Auta vjíždějí do lodí (2007)” (Le macchine entrano nelle navi), è stato tradotto in italiano dalla casa editrice “Valige Rosse”. Pur non trattando argomenti politici, Hruška non poté pubblicare negli anni della “normalizzazione” Per il regime la sua poesia sarebbe stata troppo cruda e sincera. In questa antologia, vincitrice del premio Ciampi 2014, “I componimenti si snodano con un potente piglio affabulatorio che sa raggrumarsi in suggestive sintesi liriche, come pure mimare il parlottio delle città contemporanee, con l’irrespirabile inquinamento dei luoghi comuni e di una gremita solitudine. Con una sorta di delicata crudezza di accenti e di dettagli, Hruška non di rado ricorderà ai lettori l’impeto disarmato di certe immagini di Piero Ciampi. Fenomenico e frizzante, questo libro, di stampo fortemente ciampiano, va a indagare quel reticolato vivo e incostante che è l’umanità”.
Petr Hruška,
Le macchine entrano nelle navi,
Valigie Rosse: 2014,
pp.24.
Nel centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale esce, nella prestigiosa collana “I Meridiani” di Mondadori, il nuovo volume delle opere dello scrittore ceco Jaroslav Hašek, che deve la sua notorietà soprattutto al romanzo satirico “Le avventure del bravo soldato Švejk nella Grande Guerra” (1921-1923), capolavoro della letteratura europea del Novecento, tradotto in tutto il mondo. Il prezioso volume, curato da Annalisa Cosentino, docente di Lingua e Letteratura ceca alla Sapienza di Roma, intende documentare l’intensa e variegata attività letteraria di Hašek e contiene, oltre al noto romanzo, anche una selezione di racconti della produzione dell’autore nel ventennio 1902-22, alcuni versi giovanili e altro. Inoltre è arricchito da un cospicuo apparato di note critiche al testo. Personaggio eccentrico, anarchico e assiduo frequentatore delle osterie praghesi, Hašek, partito nel 1915 per la guerra, viene fatto prigioniero dai russi e, tornato a Praga nel dicembre del 1920, scrivere il suo capolavoro rimasto incompiuto.
Annalisa Cosentino (a cura di),
Hašek. Opere,
Mondadori: 2014,
pp. 1519.