Tradotto da Alice Flemrová è uscito in lingua ceca il dramma: “Minnie la candida” opera pubblicata nel 1929 dallo scrittore, saggista e giornalista italiano Massimo Bontempelli. Accanto ad Alberto Savinio e Giorgio De Chirico, Bontempelli si è fatto interprete del tentativo di adottare gli esperimenti del surrealismo nell’arte italiana, dando forma a quell’operazione letteraria da lui stesso definita come “realismo magico”, capace di mettere attorno alla realtà un alone di magia e mistero. La realtà che ci circonda è veramente quella che crediamo di percepire? Le cose sono davvero come sono oppure sono soltanto una perfetta e iperrealistica finzione, tanto perfetta da sembrare più vera del vero? E le parole? Sono questi gli interrogativi che tormentano Minnie, al punto tale da indurla a decidere di non parlare più… Tratto da un racconto del 1924 e scritto su sollecitazione di Pirandello, Minnie la candida è un dramma fiabesco che lascia al lettore spazio a diverse interpretazioni. Probabilmente il capolavoro teatrale di Bontempelli.
Massimo Bontempelli,
Bezelstná Minnie (tit. or.: Minnie la candida, 1929),
Transteatral: Praha 2011, pp. 103
Lo scrittore palermitano Giorgio Vasta, consulente editoriale e insegnante di scrittura narrativa presso diversi istituti italiani, ha presentato a Praga, nel corso della diciottesima edizione della Fiera del Libro 2012, la traduzione ceca de: “Il tempo materiale” edito in Italia per la prima volta da Minimum Fax nel 2008. Il libro, tradotto in ceco dalla nota italianista Alice Flemrova, è ambientato nella Palermo del 1978 – annus horribilis della Repubblica funestata dalle Brigate Rosse – e racconta la storia di tre ragazzini che nauseati dalla vita di provincia, in un impeto di passione e ideologia, fondano un loro gruppo terroristico. Rigenerati da questa nuova identità, passano all’azione generando caos e violenza nella loro città, mentre sullo sfondo della vita di uno di loro si agitano i fantasmi di una storia d’amore impossibile. Il romanzo ci mostra la fotografia non solo di Palermo, ma di un intero Paese che ha attraversato una lunga e indimenticabile stagione di sangue.
Giogio Vasta,
Hmatatelný čas (tit.or.: Il tempo materiale)
Odeon: Praha 2011, pp. 256
Esce in lingua ceca il libro, già film e opera teatrale: “La pecora nera”, dello scrittore, attore teatrale, regista e drammaturgo italiano: Ascanio Celestini. Celestini è stato a Praga lo scorso mese di aprile nel corso di una serata organizzata dal Comitato Dante Alighieri di Praga, l’Istituto Italiano di Cultura e la casa editrice: Dybbuk, durante la quale ha presentato la sua opera davanti ad un nutrito pubblico di lettori. Il libro, il cui titolo completo è: “La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico” che è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice Einaudi nel 2006, racconta attraverso le testimonianze e le memorie di infermieri, medici e pazienti l’istituzione manicomiale che è di fatto ancora attiva, ma sopratutto come le parole e le paure dei “matti” siano ben vive dentro ognuno di noi. Proprio per questo, le storie che vengono raccontate in questo libro hanno il proposito di commuovere e divertire.
Ascanio Celestini,
Černá ovce (tit.or.: La pecora nera),
Dybbuk: Praha 2012, pp. 112
“Tutto questo mi appartiene” è il secondo libro tradotto in italiano della giovane scrittrice ceca, classe 1979, Petra Hůlová. Il romanzo, ambientato in Mongolia, dove la scrittrice ha trascorso un anno della sua vita per motivi di studio, racconta la storia di cinque donne, cinque destini e cinque voci narranti che dalla steppa sconfinata e sterile della Mongolia giungono alle luci ingannevoli e seducenti della città; dalle tradizionali tende del villaggio ai prefabbricati della capitale. Figlie illegittime, e quindi di razza mista e impura, le donne vivono nell’emarginazione sopportando derisioni e ingiustizie. Il destino le porterà a lasciare le Montagne Rosse per trasferirsi a Ulan Bator, sotto la protezione della zia, scoprendo troppo tardi che la donna ha da offrire loro solo un lavoro nel bordello che dirige. Una storia di amore e passione, di segreti e tradimenti, di tragedie e speranza, in cui la sconfitta non cancella la forza di andare avanti, nonostante tutto.
Petra Hůlová,
Tutto questo mi appartiene (tit. or.: Paměť mojí babičce)
Tartaruga Edizioni: Milano 2012, pp.256
Pubblicato e tradotto dalla Poldi Libri, giovane e controcorrente casa editrice italiana in Repubblica Ceca, esce in italiano: “Con un pelo sulla lingua. Il detective Wlapr e altri misfatti”, libro capolavoro dello scrittore, musicista, poeta e drammaturgo slovacco, naturalizzato ceco, Marian Palla. Personaggio controverso, Palla si è guadagnato nel corso degli anni attenzione e considerazione in virtù di performance artistiche e opere di vario genere apparentemente sconclusionate. Estromesso dalla facoltà d’arte dove insegnava, si è ritirato a vita bucolica allevando galline e coltivando aglio, e ogni sua apparizione in città è ormai un avvenimento. Il detective Wlapr attrae il crimine come una calamita e, inseguito dai casi più improbabili, li risolve tutti immancabilmente. Aprendo questo libro si entra in un mondo dove all’apparenza niente è serio, dove la realtà viene sempre messa in discussione e le cose più banali possono assumere nuovi significati. Benvenuti nel modo di Marian Palla.
Marian Palla
Con un pelo sulla lingua (tit. or.: S chloupkem na jazyku, Aneb sto případů inspektora Wlapra),
Poldi Libri: Porto Valtravaglia, 2010