Ciò che mangiamo non è solo il frutto di una libera scelta, ma dipende in buona parte da fattori circostanti che condizionano il nostro agire quotidiano. Elemento indispensabile alla sopravvivenza del corpo e carburante necessario allo svolgimento delle sue funzioni, il cibo valica presto tale limite fisiologico e materiale per caricarsi dei significati sociali, religiosi, culturali e simbolici che caratterizzano le più distinte forme di convivenza umana. La varietà e molteplicità di tali fattori fa sì che le abitudini alimentari mutino nel tempo e nello spazio e che le scelte e i gusti di popoli differenti per cultura, storia e habitat risultino spesso agli antipodi. Seppur con notevoli varianti nazionali e regionali, l’alimentazione tradizionale mediterranea ha accomunato (e in minima parte accomuna ancora oggi) ampi strati delle popolazioni che si affacciavano sul bacino del Mar Mediterraneo e, tra questi, in modo particolare quelle
dei paesi europei. Essa è frutto dell’incontro e dell’interazione tra tradizioni alimentari diverse, in primo luogo quella romana, germanica e araba, più tardi arricchite dall’arrivo di alcuni prodotti di provenienza americana. Basandosi principalmente sul consumo di cereali, legumi, prodotti della pesca, olio d’oliva, frutta e verdura fresche e quantità moderate di carne e latticini, tale modello nutrizionale esprimeva in origine una perfetta armonia tra le risorse alimentari disponibili e i bisogni nutritivi dell’uomo.
Si distingueva in primo luogo proprio per il suo carattere equilibrato e semplice. Equilibrato perché non sbilanciato verso un unico tipo di alimento – come ad esempio accade oggi con la carne – e semplice non solo perché seguito dalle fasce più ampie della popolazione, ma soprattutto perché caratterizzato da alimenti poco costosi, che variavano a seconda dei cicli stagionali, di facile reperibilità e dalla preparazione non particolarmente complessa. Nel presente lavoro ci proponiamo di analizzare – da un punto di vista storico, medico e gastronomico – l’alimentazione tradizionale mediterranea nelle sue caratteristiche peculiari e in una in particolare delle sue diverse espressioni: quella tipica delle regioni dell’Italia mediterranea. Il volume è frutto di appunti messi insieme nel corso degli anni, ricerche su
prodotti alimentari, insegnamenti orali raccolti tra la popolazione, antiche ricette, indagini mediche e inchieste sulle abitudini alimentari delle regioni mediterranee italiane. L’area geografica di maggiore riferimento è quella del Cilento, oggi Parco Nazionale, in Campania: una regione geografica che, dalla prima metà del ’900 ha suscitato una crescente attenzione da parte della comunità medica e scientifica internazionale per il positivo impatto che proprio il tipo di alimentazione seguito dalla sua popolazione ha sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Nel corso del mese di novembre 2010 l’UNESCO ha inserito la dieta mediterranea nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, definendo lo stile di vita mediterraneo «un’eccellenza mondiale» e un «meraviglioso ed equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale». Ancora a molti anni di distanza dai primi studi sull’argomento, durante il recente EXPO tenutosi a Milano nel corso del 2015 e dedicato al cibo, sono state nuovamente sottolineate le molte virtù di questo modello alimentare. Per citare le parole del filosofo Ludwig Feuerbach, l’uomo è ciò che mangia. È universalmente riconosciuto che una sana ed equilibrata alimentazione contribuisce in modo determinante al benessere psicofisico dell’individuo. L’alimentazione tradizionale mediterranea, di cui la dieta mediterranea è l’elaborazione più recente, è un modello nutrizionale rinomato per le sue proprietà salutari e sempre più apprezzato per i suoi sapori a un tempo semplici e gustosi. Oggi più che mai essa può suggerire uno stile alimentare sano ed equilibrato, proponendo cibi in linea con le reali esigenze nutritive della persona e nel contempo favorendo una gestione sostenibile delle risorse del nostro pianeta.
Curatore: Mauro Ruggiero
Editore: Istituto Italiano di Cultura di Praga
Anno: 2015
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Con il patrocinio di:
Ambasciata D’Italia a Praga Delegazione di Praga