IN ME
Rimbomba in me, il vento eterno; sempre,
singulti non facili tramontano
più del silenzio, straziato in viso,
l’inverno.
In volto, bruno mi avvolgo che del buio
incurante scava: mai, l’anima al mondo
taciturna che inondata e di me rimane…
come nelle tenebre un vecchio
sospiro reclama.
UN RICORDO
Ho acceso su questa chiatta, un ricordo nato
per frugare.
Ho mentito al tempo, assaporato l’anima
che vive una somma di vite;
compreso come il nulla sia un canestro
di moltitudini vicine e lontane.
Ho spalancato al mio pensiero in brandelli,
un cerchio irregolare. Un istante,
vissuto poco o nulla e una frase irretita
finita nel suo foglio tra le pieghe…
L’unico ricordo, è rannicchiato in un angolo
pieno di ombre livide;
un tempo consumato, disciolto in un dolore
di un attimo dimenticato.
POSTI, ALTRI POSTI
Luoghi che vanno… che negli occhi si attorcigliano,
che rivestono strade, di petali, di campi
come sugli amari selciati accartocciati.
Persone sonore nell’estasi sotto raggi solari;
ma poi, dove cade se non al petto quel raggio di luce
che per distacco, mai s’è risparmiato?
Posti che vivono altri posti, che sudano parole
palpitanti lacrime a chi per supplica, resuscita
in quel nido chiamato libero volo sconosciuto;
ma poi, dove cadrà l’alba se non nel cuore di una donna
da una luce d’occhio, appena accarezzata?
ANORESSIA
Corpo svuotato, fermo, tracciato dentro
da invisibili tremolii,
dove fradicio l’umore, scola
l’anima sul pavimento
e la disperde nel momento che si cela.
Dentro, una bufera è nella selva smagrita
e l’alba, che negli occhi recide una crepa
in un’aria che osa aprire un varco
tra le vene, gli intrecci di nebbie
assiepate come ombre in un cesto d’ombra,
la morte è sulla riva, cruda nel suo cuore
come un aquilone che persino non vola.
PERIFERIE
Naufragano cuori nelle periferie degli animi, così,
come in quegli amori complicati, fragili e furtivi.
Città piene di persone, contorni a volte, freddolosi…
ma strati di colori mai distratti in quei parchi
dagli alberi allineati: decantano pure i suoni
delle rondini, quando per le strade, azzardi
di murales ronzano sui muri sudati
le molte gelosie di autori stanchi e dimenticati.
Breve biografia
Fabio Strinati: poeta, scrittore, aforista, compositore, nasce a San Severino Marche il 19/01/1983 e vive ad Esanatoglia, un paesino della provincia di Macerata nelle Marche.
Molto importante per la sua formazione, l’incontro con il pianista Fabrizio Ottaviucci. Ottaviucci è conosciuto soprattutto per la sua attività di interprete della musica contemporanea, per le sue prestigiose e durature collaborazioni con maestri del calibro di Markus Stockhausen e Stefano Scodanibbio, per le sue interpretazioni di Scelsi, Stockhausen, Cage, Riley e molti altri ancora. Partecipa a diverse edizioni di “Itinerari D’Ascolto”, manifestazione di musica contemporanea organizzata da Fabrizio Ottaviucci, come interprete e compositore.
Strinati è presente in diverse riviste ed antologie letterarie. Da ricordare Il Segnale, rivista letteraria fondata a Milano dal poeta Lelio Scanavini. La rivista Sìlarus fondata da Pietro Rocco. La rivista culturale Odissea, diretta da Angelo Gaccione, Il giornale indipendente della letteratura e della cultura nazionale ed Internazionale Contemporary Literary Horizon, la rivista di scrittura d’arte Pioggia Obliqua, la rivista “La Presenza Di Èrato”, la revista Philos de Literatura da Unia Latina, L’EstroVerso, Fucine Letterarie, La Rivista Intelligente, Il Filorosso, Diacritica, la rivista Euterpe, Il Foglio Letterario, Versante Ripido, Fili d’aquilone, Carmilla on line, Poetarum Silva.
Pubblicazioni:
2014 Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo. Il Foglio Letterario
2015 Un’allodola ai bordi del pozzo. Il Foglio Letterario
2016 Dal proprio nido alla vita. Il Foglio Letterario
2017 Al di sopra di un uomo. Il Foglio Letterario
2017 Periodo di transizione. Bibliotheca Universalis Bucarest