L’ultimo spot dell’Esselunga raffigura una bimba, figlia di genitori separati, che regala una pesca al padre e mentendo la fa passare per un regalo di mamma.
Dilaga nei social la lettura politica che loda un presunto messaggio “a sostegno della famiglia tradizionale”, contrapposta all’indignazione per l’offesa sensibilità dei figli di genitori separati.
Tesi. L’orientamento politico è diventato “appartenenza”, “noi meglio di voi”. Manca la voglia, la capacità e il forum per il “discorso” politico: capire gli strati di complessità, trovare i modi di conciliare e legare anziché arroccarsi su posizioni di tifoseria. Evolversi per capire che la politica ha come scopo il “bene comune”, che si ottiene quando tutti stanno bene e non quando prevale il mio bene.
Antitesi. I bambini soffrono situazioni che evidentemente i genitori, le scuole, la società non hanno gli strumenti per gestire in modo rassicurante. Sarà forse perché i bambini vivono le emozioni nella loro complessità e non si rassicurano con le banali semplificazioni del torto e della ragione? E allora rileggiamo il punto primo…
Sintesi. La bambina ci ha dato una lezione di Politica. Innanzitutto, facendoci capire che i suoi tormenti contano e non si placano ragionando che la maggioranza ha deciso 2 contro 1 o spiegando il torto e la ragione. Ci dimostra anche che la politica è mediare e suggerire metodi di dialogo: ci si potrebbe liberare dai copioni prestabiliti dell’io contro di te, e, al netto della separazione, regalarsi qualche pesca a vicenda. Il bene comune.
Luis Battistella