L‘Autore, dopo un‘infanzia sul Golfo di Palinuro, ha trascorso quattro decenni di vita e professione a Roma. Laureato in Lettere all‘Università “La Sapienza” di Roma, funzionario
dell‘Aviazione Civile, ha effettuato viaggi di lavoro in tutto il mondo. Dal Maggio 2000 lavora a Praga, per l‘Organizzazione Europea per la Navigazione Aerea. Sue poesie sono state pubblicate su varie Antologie e su riviste sia italiane che estere. La Società Dante Alighieri di Praga ha pubblicato il suo primo libro di poesie “Omaggio a Praga” in lingua italiana e ceca.
Una seconda Raccolta di poesie “Omaggio a Opi/Abruzzo” in lingua italiana e traduzione in abruzzese, ha avuto il patrocinio della Società Dante Alighieri/Sede Centrale, del Comune e della Proloco di Opi (AQ). Il libro è stato presentato in Abruzzo dalla scrittrice Dacia Maraini.
Il terzo libro, “Poesie, credo”, è stato pubblicato dalla Società Dante Alighieri – Comitato di Praga, in sola lingua italiana nel Novembre 2013. Un’ ampia selezione di poesie tratte da quel libro, con altre inedite, compare nella edizione con a fronte la traduzione in Ceco.
Paese di mare Anni ‘50
(Golfo di Palinuro)
Oriente e Tramontana
i nostri vicini
I muri
verniciati
di salsedine
Il rumore
del mare
in piazza,
tra noi.
Il Promontorio
chiudeva
l’ orizzonte.
Radici spostate
Ho spostato le mie radici dalla remota infanzia salmastra le ho radicate tra pietre di storia millenarie e boschi vibranti di vita. Ho seppellito i miei genitori Ho perpetuato la vita Sono io – ora - l’ adulto. Ma quando l’ infanzia sarà più remota di qualsiasi ricordo, tornerà il sapore / salmastro.
Tornare nei luoghi /
Frammenti di anima
Frammenti
di anima
sparsi
Schegge di vita
rimaste
in qualche altrove.
Bisogno continuo
di tornare
a trovarle
ri-comporle
per un momento,
prima che
riprendano
il loro vortice
indipendente.
Prima che
le emozioni
diventino
ricordi.
Praga in bianco e nero
La Praga del Ponte-di-pietra, del Golem e del Vicolo d’oro, quella meno remota di Schweik, Hrabal e Kundera, la Praga magica e poi tragica degl’anni di Palach, e quella della favola bella di Havel, la Praga dell’89 è ora altrettanto remota di quella degl’ anni ’60. I libri, la storia, l’immaginazione, ci fanno amare da prima luoghi che poi continuiamo a vedere così come ci hanno stregati . E ancora c’è posto per le belle facciate, la Città vecchia e la piazza - quinta teatrale, i profili eleganti di Malastrana e i lungofiume, la luce irreale là del Castello. Lo sforzo di togliere tutto quanto ‘non c’entra’, voler ignorare la massa d’assalto d’un turismo invasivo e i richiami balordi, questo sforzo è reale, ma spesso non basta. E allora solo qualche sera piovosa d’ inverno oppure una gran nevicata, mi ridanno la Praga pensata, vissuta, la Praga uguale/per sempre/ al suo ricordo. La Praga in bianco e nero.
Mattina a Malá Strana
Suore nere
e infermiere bianche
colorano via Vlašská,
nella luce del mattino.
Come una Scacchiera.
Sensualità
Sensualità musica del mondo Sensualità la fascinazione degli occhi di donna Sensualità la malinconia del conto alla rovescia Sensualità il desiderio che il desiderio si fonda con l’ultimo respiro
Finestra sul nulla
La finestra
dava sul nulla.
Mi ci sono specchiato.
Visita
Martedi / primavera
Visita
a chi vive
un presente
senza ricordi
un mondo
senza bordi.
Giovedi / autunno?
Non riconosco
lo sguardo
di chi
è venuto
a trovarmi.