Umberto Maiorca,
Jan Palach e la Primavera di Praga,
Editore: Eclettica (2019), 128 p.
Esce il libro di Umberto Maiorca su Jan Palach, il giovane cecoslovacco che il 19 gennaio 1969, a cinque mesi dall’ingresso nella capitale boema dei carri armati del Patto di Varsavia, decise di darsi fuoco in piazza Venceslao in segno di protesta per l’occupazione straniera e per gridare al mondo il desiderio di libertà del suo popolo. Con il suo gesto, Jan Palach è diventato un eroe e un simbolo di libertà per una generazione di studenti e militanti. Il gesto di Jan Palach non fu un suicidio, ma un atto guidato dalla volontà di risvegliare la coscienza dei cittadini che dopo aver vissuto un esaltante periodo di libertà nel periodo della Primavera praghese, furono costretti a confrontarsi con la “normalizzazione” imposta dai sovietici. Il giovane studente cecoslovacco stava vivendo con insofferenza sulla sua pelle la privazione della libertà e umanità imposte dal comunismo sovietico. Jan amava la sua patria e volle contribuire con un gesto estremo, da martire, alla liberazione del suo popolo da un’ingiusta e folle oppressione.
Roberto Gatti,
Praga 1968. Le idee della Primavera,
Editore: Manifestolibri (2018), 111 p.
Roberto Gatti nel suo libro “Praga 1968. Le idee della Primavera” ripercorre un pezzo di storia da molto tempo ormai relegato nell’oblio ed eclissato nella memoria storica di gran parte della sinistra, cercando di riscoprire importanti elementi che possono dare risposta alle molteplici domande. C’è un significato teoricamente rilevante e ancora attuale dell’esperienza politica del 68’ cecoslovacco, passata alla storia come “Primavera di Praga”? E quale rapporto esiste fra tale esperienza e il ’68 che si sviluppò al di là del muro di Berlino che divideva i paesi occidentali dal blocco sovietico? La Primavera di Praga fu l’episodio finale di un tentativo volto a costruire l’egemonia di un’idea di un socialismo diverso e più umano rispetto a quello tecno-burocratico affermatosi negli anni del secondo dopoguerra. L’obiettivo era quello di un generale aumento del tenore di vita, unito allo sviluppo delle libertà e della partecipazione democratica.
Heda Margolius Kovaly
Sotto una stella crudele. Una vita a Praga (1941-1968),
Traduzione di S.Pareschi,
Editore: Adelphi (2017), 214 p.
Esce la traduzione in italiano del libro di Heda Margolius Kovály pubblicato per la prima volta nel 1973. La preziosità di questo romanzo sta nel riflesso sincero e dettagliato di tutti i passaggi fondamentali della vita dell’autrice, della sua famiglia e dell’intero popolo cecoslovacco. Dopo essere fuggita dalla deportazione nazista, aver assistito all’omertà di vecchi amici che, per paura, facevano finta di non conoscerla, e aver assistito alla disfatta degli invasori, Heda e il marito Rudolf abbracciano l’ideologia comunista iscrivendosi al partito. Nel 1952 il marito, Rudolf Margolius, alto funzionario governativo, fu condannato all’impiccagione nel clima maligno del processo contro il segretario generale Slànsky. Inizia così il periodo del «silenzio attonito, terrorizzato»; solo le seconde nozze con Pavel Kovály salveranno Heda e il figlio Ivan da una lunga, tragica vita da respinti. E quando sta per giungere il lieto fine, quando dopo la Primavera di Dubček tutta la popolazione si riversa festosa in strada, ecco l’estremo orrore: l’arrivo dei carri armati sovietici che costringono Heda ad emigrare negli Stati Uniti.
Lamberto Ferranti,
La Legione Ceco-Slovacca d’Italia nel processo di formazione della Ceco-Slovacchia,
Editore: Morlacchi (2018), 600 p.
Il volume di Lamberto Ferranti ripercorre in modo accurato e dettagliato un periodo storico molto importante del primo dopoguerra che ha enormemente contribuito alla nascita della Cecoslovacchia. La fine della Grande Guerra portò notevoli problemi di carattere politico, economico e sociale che si cercò di risolvere nella Conferenza di Pace di Parigi. Da essa scaturì un nuovo ordine mondiale con la formazione di nuovi Stati dopo la fine dell’impero Austro-Ungarico. In relazione alla formazione della Ceco-Slovacchia, l’Italia si schierò subito a suo favore costituendo una Legione Cecoslovacca d’Italia, la quale subito dopo il conflitto si recò in Slovacchia per contendere agli ungheresi i territori ancora sotto il loro controllo. In cambio di questo aiuto l’Italia si aspettava di poter estendere la propria influenza sul giovane paese del centro Europa e ricevere un sostegno diplomatico al fine di risolvere le controversie che stavano sorgendo con gli Jugoslavi per il dominio sull’Adriatico.