Se qualcuno mi chiedesse di descrivere con un solo aggettivo le opere di Laura Giardino senza dubbio userei “perturbante”. Composta da due termini dal significato opposto – “heim” , ciò che è conosciuto, accogliente e “heimlich” nascosto, inquietante – questa parola infatti ben si adatta all’ambivalenza delle sensazioni che suscitano i lavori dell’artista milanese.
Laura Giardino ci propone fotogrammi di spazi reali e quotidiani restituendoceli pero’ in un’atmosfera “noir” grazie all’ utilizzo di colori acidi, allucinati, inaspettati giochi di luci e a personaggi solo intravisti, come se stessero abboandonando la scena.
Gambe femminili adagiate su un materassino da mare, mani distrattamente appoggiate ad una ringhiera, una distesa d’aqua che ha inondato il pavimento, sono questi i personaggi delle opera della pittrice ma anziche’ essere al centro dell’immagine sono lasciati ai margini, messi li’ come di sfuggita.
L’artista piu’ che dipingere evoca una storia, accenna narrazioni, forse indecifrabili, a cui ognuo di noi puo’ dare un seguito ed un’interpretazione. Cio’ che e’ importante sembra essere “out of field” e la vera scena probabilmente e’ quella che si svolge fuori dai confini del quadro, lasciando al visitatore la possibilita’ di immaginare una consequenzialita’ proprio come al cinema e nella vita.
Pasqualina Aliperta