I colori caldi dell’autunno erano ormai quasi del tutto sbiaditi nel Parco di Kampa e a Střelecký ostrov, luoghi dove Dominik Nelchael e Adam Jason erano soliti passeggiare e sedere a lungo quasi ogni giorno, quando discutevano acutamente di temi scientifici e filosofici. Praga si preparava a un altro inverno, e il clima al calar della sera, già abbastanza freddo, scoraggiava i due scienziati dal restare per troppo tempo seduti sulle panchine sotto gli alberi secolari dei parchi cittadini, così da fargli trovare spesso rifugio nei numerosi e affollati caffè del centro, nelle vecchie birrerie o nelle tranquille sale da tè che tanto piacevano a Nelchael e a cui Adam si era piacevolmente abituato. In questi luoghi i due scienziati continuavano i loro dibattiti sugli enigmi dell’universo e sulle possibilità conoscitive dell'essere umano. Adam era affascinato e stupito dalla competenza scientifica di Dominik Nelchael e dalla sua solida cultura umanistica. L’ anziano scienziato era capace di trovare corrispondenze straordinarie tra le cose e mettere in relazioni diverse branche del sapere fornendo stimoli che Adam considerava geniali. Nel corso delle loro conversazioni seduti ai tavoli dei caffè praghesi, i due scienziati incontravano spesso altre persone: filosofi, poeti, musicisti e scienziati amici o conoscenti del vecchio professor Nelchael, molti dei quali venivano spesso anche dall’estero appositamente per fargli visita, e con i quali si intrattenevano fino a tardi in dialoghi sugli argomenti più disparati. Adam scoprì che Nelchael era un punto di riferimento per molti ricercatori, e godeva tra questi di una stima assoluta. Tra queste persone c’era un uomo, un po’ oscuro, che Adam riteneva particolarmente interessante per via delle sue singolari ma certo non assurde teorie, e soprattutto per la sua grande abilità nel giocare a scacchi alla cieca, attività che ogni tanto metteva in pratica con Nelchael con il quale si impegnava in partite senza l’ausilio della classica scacchiera a 64 caselle bianche e nere, con sopra le 32 figure degli scacchi, ma sviluppando invece le partite a mente, visualizzando e ricordando di volta in volta le mosse comunicate a voce con le loro coordinate, la posizione dei pezzi nonché lo sviluppo e la visione completa del gioco. L’uomo, sui 55 anni, si chiamava Jao Adone Soiaro ed era un italiano che viveva a Praga ormai da molti anni lavorando come consulente nel campo della sicurezza informatica per il governo ceco, ma era anche un poeta e si cimentava soprattutto nella composizione di haiku, i componimenti poetici tipici della tradizione letteraria giapponese costituiti da soli 3 versi rispettivamente di 5-7 e 5 more ciascuno, attività che l’italiano considerava come una pratica meditativa. Come Adam apprese da Nelchael dopo il suo primo incontro con Soiaro in cui tutti e tre discussero del futuro di internet, di poesia e del concetto di psicologia integrale in rapporto allo sviluppo umano, l’italiano era uno dei possessori di una delle 7 chiavi di sicurezza della “Internet Corporation for Assigned Names e Numbers” (Icann), e cioè l’organo che controlla e gestisce l’assegnazione degli indirizzi IP che corrispondono ai siti web dell’intera rete internet mondiale. Uno di quei sette guardiani, come qualcuno li ha definiti in modo forse un po’ romanzesco, che possiedono l’accesso alle 7 cassette di sicurezza contenenti dei codici e che si incontrano quattro volte l’anno per cambiare le password che proteggono, di fatto, i dati sensibilissimi dell’ICANN: vale a dire dell’intero web mondiale. Una sera, seduti a un tavolo del café “U Vozu”, nel centro di Praga, mentre Soiaro e Nelchael giocavano una partita a scacchi alla cieca, tutti e tre discutevano al tempo stesso di una interessante e incredibile teoria: l’Universo come simulazione. E4- Nelchael comunicò la sua prima mossa seduto a gambe incrociate sulla poltroncina azzurra del café, nella sua veste indiana di colore bianco opaco, con gli occhi chiusi e i lunghi capelli raccolti dietro la schiena, muovendo così, sulla scacchiera virtuale rappresentata nella mente dei due giocatori, il pedone bianco di due caselle davanti al Re. E5–rispose il poeta e informatico, comunicando il movimento del suo pedone centrale nero anch’esso di due caselle davanti al proprio Re. Bisogna prendere in seria considerazione – disse l’italiano- la possibilità affatto remota, che tutto quanto, noi stessi in questo istante compresi, possiamo essere una realtà simulata. Interessante... Cavallo f3 – disse Nelchael- In che senso? Spiegati meglio, per favore, la cosa sembra molto avvincente. Voglio dire che non possiamo escludere che tutto quello che noi vediamo in questo momento e le nostre stesse persone vivano costantemente in una realtà simulata da futuristici e potentissimi computer generati da una civiltà avanzata tecnologicamente; un po’ come descritto nel film "Matrix". Cavallo c6 – rispose Soiaro, comunicando la sua mossa. Alfiere b5.- Dominik Nelchael rispose alla mossa-Credo che le possibilità che ciò possa essere vero siano una su diversi miliardi... Esattamente l’opposto! A6 – Sentenziò l’italiano in risposta a Nelchael- In realtà questa teoria, per quanto all’apparenza assurda, è molto difficile da smentire. E per quale motivo? –chiese Adam- Vediamo cosa ha da dirci di interessante il nostro haijin informatico e soprattutto come risponde al mio: Alfiere a4 –aggiunse Nelchael. La cosa è molto semplice: Cavallo f6. Naturalmente rimaniamo nell’ambito della pura speculazione, ma partiamo da un dato di fatto: la tecnologia e l’informatica stanno avanzando in modo così rapido, in quanto a Intelligenza artificiale, da poter facilmente prevedere che a breve sarà impossibile distinguere tra menti artificiali e menti umane. –Adam e Nelchael annuirono- Ma... –continuò l’italiano – Chi ci può assicurare che la cosa non sia in realtà già avvenuta da qualche altra parte nell’universo, o sul nostro pianeta stesso, e noi non viviamo già in una realtà simulata? Chi può smentire il fatto che una possibile civiltà futura o altra, estremamente avanzata dal punto di vista tecnologico, non abbia già messo in moto una simulazione dei suoi antenati terrestri o di un’altra civiltà? Forse vi sorprenderà, ma a crederlo sono numerosi scienziati, e le più importanti compagnie della Silicon Valley; addirittura alcune banche americane hanno finanziato uno studio sulla questione e si ritiene la teoria come probabile tra il 20% e il 50%; ma non è tutto. Sono state finanziate delle ricerche, oltre che per verificare la cosa, addirittura per cercare di “uscire” dalla simulazione. Arrocco corto –Ribattè Dominik Nelchael-In realtà la cosa non mi sorprende. Si tratta di una teoria in vero antica: Lo stesso Platone nel Mito della Caverna dice una cosa più o meno simile, senza dire poi del pensiero gnostico... Anche in Oriente l’idea è presente da millenni e la filosofia indiana vuole che la realtà sia una proiezione della mente, questo lo si vede, ad esempio, nell’ Advaita Vedanta... Una teoria ripresa più o meno recentemente anche dal filosofo svedese Nick Bostrom che l’ha resa popolare. Anche se sembra la cosa più fantascientifica in circolazione, è vero che, scientificamente, non possiamo a priori scartare questa ipotesi. Alfiere in e7 –l’italiano fece la sua mossa- Ci sono in realtà ragioni empiriche per le quali questa teoria potrebbe avere validità. Ipotizziamo degli esseri intelligenti che con l’ausilio di potenti computer, come ho detto prima, possano simulare la vita su interi pianeti e, al loro interno, esseri dotati di una certa coscienza, proprio come riusciremo a fare noi con molta probabilità tra non molti anni. Non dobbiamo per forza pensare che le coscienze degli esseri che vivono nella simulazione debbano essere necessariamente delle simulazioni, ma questi ultimi potrebbero addirittura accorgersi della cosa a causa di errori o anomalie del sistema. Torre e1. Detto diversamente è possibile che da qualche parte ci sia una civiltà, o forse un’entità intelligente e tecnologicamente molto avanzata che abbia messo in scena tutto questo teatro, non è così? Proprio così, mio caro Dominik! B5 – ribatté Jao Soiaro- L’universo potrebbe essere proprio una simulazione informatica programmata da una superintelligenza esterna alla nostra realtà. Questa è la cosa più strana che abbia mai sentito in vita mia –disse Adam inserendosi nel discorso- ma concordo sul fatto che lo scetticismo sulla realtà abbia attraversato buona parte del pensiero occidentale così come di quello orientale; mi vengono in mente il “genio maligno” di Cartesio, il Velo di Maya... Ma come fate a parlare di queste cose e al tempo stesso avere la visione della scacchiera? Questo poi te lo spiego… – Rispose Nelchael- Alfiere b3. Certo se noi, tra qualche tempo, riuscissimo davvero a creare una simulazione informatica di intelligenza artificiale di una realtà con esseri coscienti al suo interno, sarebbe ancora più probabile che qualcuno l’abbia già fatto con noi, e che quindi noi stiamo vivendo in una di queste realtà simulate… Straordinario! E terrificante... D6! C3. Arrocco corto – disse l’italiano toccandosi la fronte. H3. Un mio ex studente, oggi giovane programmatore di videogames, sta lavorando a un progetto: un gioco capace di realizzare, grazie a un complesso e potente algoritmo, fino a diciotto quintilioni di mondi virtuali. L’algoritmo per ciascun pianeta è capace di generare una fauna, una flora, una geografia ecc. Uniche per ciascun mondo simulato, e perfettamente coerenti. L’unico limite, al momento, sarebbe solo che gli abitanti di questi mondi non sono coscienti, ma se pensiamo che appena trenta anni fa i videogames si limitavano a mandare una pallina contro dei mattoni... Non possiamo neanche immaginare cosa accadrà tra altri trenta anni. Senza parlare di quanto a breve potrebbe essere capace di fare un computer quantistico; secondo il matematico Brian Greene questo tipo di macchine potrebbero riprodurre in meno di un secondo l’equivalente di tutto il pensiero umano fino ad oggi generato. Cavallo b8– affermò l’italiano in risposta a Nelchael. D4. Cavallo b in d7. Cavallo b in d2. Alfiere in b7. Alfiere c2. Sarebbe però necessaria almeno una prova, o un indizio, diversamente la cosa rimane solo una affascinante e sconvolgente teoria. –Asserì Nelchael- Torre e8. E questa prova potrebbe forse venire dalla cromodinamica quantistica, che come voi fisici sapete bene ha a che fare con la forza nucleare forte, responsabile del tenere uniti i quark che formano i neutroni, i protoni e le altre particelle. Cavallo f1. Ti riferisci alle simulazioni su reticolo che discretizzano lo spazio-tempo su cubi in scala di un milionesimo di miliardesimo di metro? Esattamente! Alfiere f8. In futuro queste simulazioni potrebbero arrivare a replicare in scala anche la forza nucleare debole, l’elettromagnetismo e la gravità, fino a poter simulare, sempre in scala, l’intero universo! Praticamente il fatto che l’universo ci appaia come un qualcosa retto da leggi matematiche potrebbe già di per sé essere una prova del fatto che questa coerenza matematica sia il codice in cui questo grande gioco, e quindi questo programma, è scritto. Interessante... Cavallo g3. G6. Al suo livello fondamentale – aggiunse l’italiano- la natura potrebbe dunque essere composta da pura informazione, beat quantici che fanno operazioni digitali, calcoli! Le interazioni stesse tra particelle potrebbero essere una forma di calcolo del programma e l’universo intero nient’altro che un immenso computer quantico. Alfiere g5. H6. Alfiere d2. Pedone E cattura d4. Pedone C cattura d4. Ma se l’universo fosse davvero una simulazione in scala su un reticolo, allora dovremmo in qualche modo poter trovare una traccia di questa struttura sulla base della quale la simulazione è costruita –Osservò Dominik Nelchael. C5, Sì. a meno che questi “pixel“ che costituiscono la realtà simulata non siano inferiori alla lunghezza di Planck, il che ci renderebbe impossibile, forse per sempre, verificare con certezza la teoria. Alfiere f4. E noi rimarremmo dunque per sempre intrappolati nel programma e in dubbio se siamo oppure no il sogno di qualcuno o qualcosa. Pedone C cattura d4. Cavallo cattura d4. Cavallo e5. B3. D5. Regina in d2. Pedone D cattura e4. Cavallo cattura e4. E tu, Adam, cosa ne pensi di questa faccenda? Nel frattempo l’italiano comunicò la sua mossa: Cavallo in d5. Penso sia incredibile -rispose Adam-che stiate discutendo di una cosa del genere e, al tempo stesso, riusciate a raffigurarvi nella mente una partita alla cieca a scacchi con una scacchiera arrivata già oltre la ventesima mossa... Il vecchio Nelchael rise di gusto. Alfiere g3 –comunicò lo scienziato- Comunque –riprese Adam- l’idea potrebbe sembrare una classica teoria del complotto, e sono sicuro che con una cosa del genere convincerebbe i terrapiattisti di aver trovato ulteriore supporto alla loro teoria che la terra sia piatta e che siamo tutti vittime di un complotto degli scienziati, o peggio, degli alieni. Ma in realtà questa storia dell’universo simulato non la si può prendere completamente alla leggera. Al tempo stesso personalmente non credo sia possibile una cosa del genere. Penso alla potenza che questi supercomputer quantici dovrebbero avere per simulare un sistema come la Terra, o addirittura un intero universo: il nostro, con un diametro di circa 91 miliardi di anni luce, e con interazioni fondamentali che hanno invece luogo su una scala pari a frazioni infinitesime della grandezza del protone. Bisogna poi tenere in conto il fatto che esistono particelle con energie superiori a 1020eV e quindi anche 1000 volte superiori rispetto a quelle ricreate negli acceleratori di particelle attuali come l’ LHC del CERN di Ginevra. Dunque, per riprodurre questi eventi, la simulazione in cui ci troveremmo dovrebbe poter contare su una potenza di calcolo inimmaginabile ed estendersi in una sfera di 45.5 miliardi di anni luce di raggio e con una risoluzione pari ad almeno 10-27 m. Un computer in grado di fare una cosa del genere non esiste, e, molto sinceramente, non credo esisterà mai. Se consideriamo lo sviluppo dell’informatica, tenendo anche in considerazione la Legge di Moore, tra un secolo saremmo in grado, forse, di simulare un universo di circa un metro di grandezza, la cosa per la comprensione della fisica fondamentale sarà straordinaria, ma ancora lontanissima dal poter pensare di riuscire a simulare un intero universo. I due giocatori avevano smesso di comunicarsi le mosse e si limitavano, adesso, ad ascoltare Adam tenendo entrambi gli occhi chiusi e mantenendo un atteggiamento di grande concentrazione. Per quanto riguarda poi i computer quantistici – continuò Adam Jason-questi potranno sicuramente incrementare di molto le capacità dell’intelligenza artificiale e sicuramente aumentare la capacità di simulazione di processi fisici, ma non è detto che si riesca ad arrivare rapidamente a sviluppare macchine del genere in grado di gestire le centinaia o migliaia di qubit - le unità di dati che si basano sulle proprietà quantistiche delle particelle- richiesti per il tipo di progresso che questa tecnologia sembra promettere. Sono certo che questi computer produrranno sulla società un impatto paragonabile a quello che ha avuto internet, ma è difficile fare una previsione in termini di cosa potranno effettivamente fare. Già, la cosa in effetti ha senso –osservò l’italiano aprendo gli occhi e comunicando la sua mossa- Torre c8. Torre e2 - ribattè Nelchael. F5. Alfiere cattura cavallo nero in e5. Torre cattura alfiere bianco in e5. Cavallo g3. Torre nera cattura torre bianca in e2. Non è detto, però, che sarà tutto rosa e fiori... Cavallo G cattura torre nera in e2 –Esclamò Nelchael, grattandosi la testa- Se teniamo conto del processo esponenziale di sviluppo tecnologico è possibile che in qualche decennio le macchine saranno effettivamente capaci di superare il test di Turing e quindi avremo a che fare con robot capaci di pensare e prendere decisioni autonomamente. A quel punto la nostra specie potrebbe essere seriamente minacciata dalle macchine e correre dei rischi non trascurabili. Paradossalmente la fine della nostra civiltà potrebbe essere causata, come ci insegnano anche alcuni antichi miti, da ciò che l’essere umano stesso ha creato. La creatura che si ribella al creatore… come la leggenda del Golem della vecchia Praga ebraica. In effetti la paura che l’intelligenza artificiale possa trasformare il suo creatore in sottoposto non è certo priva di fondamento. Cavallo in b4 – ribatté Adone Soiaro. Torre d1. Bisogna essere pronti e premonirsi in tempo, affinché il futuro sviluppo dell’Intelligenza artificiale non ci sfugga di mano. Ma mi rendo conto che la cosa è più facile a dirsi che a farsi. La Legge dei ritorni acceleranti gioca un ruolo importante nella questione. Il progresso tecnologico è una funzione esponenziale e non lineare, e ogni progresso tecnologico rende possibili diversi progressi tecnologici di livello più elevato e difficili da prevedere, invece che un singolo progresso. Molto interessante... Cavallo cattura alfiere bianco in c2 – Disse l’informatico italiano in risposta a Nelchael mentre muoveva la mano a destra e sinistra con il dito indice puntato verso il tavolo come se sopra vi fosse una scacchiera vera- Cavallo cattura cavallo nero in c2. Regina cattura regina bianca in d2. Torre cattura regina nera d2. Torre c7. Cavallo in e3. Re f7. H4. Ma non è neanche detto che lo sviluppo tecnologico possa andare avanti per sempre. Ci sono dei limiti oltre i quali non sarà più possibile andare, e non mi riferisco a limiti che hanno a che vedere solo con i materiali, ma faccio riferimento più che altro a problemi di tipo ambientale, di sfruttamento scellerato delle risorse, di disastrosi mutamenti climatici che potrebbero presto ridurre questo pianeta un inferno… Senza arrivare neanche a scomodare L' equazione di Drake e il limite temporale delle civiltà tecnologicamente evolute… Alfiere c8. Temo che L’equazione di Drake sia una gran bella spada di Damocle che pende sulle nostre teste. La nostra civiltà i mezzi per annientarsi da sola li ha tutti. Bisogna solo sperare che un minimo di buon senso vada contro la naturale tendenza della nostra specie ad autoditruggersi. Ma il rischio è davvero grande. Ci sono in giro per il mondo troppe armi nucleari e il livello di autocoscienza degli esseri umani così come l’intelligenza emozionale sono molto bassi. Cavallo f4. Ci sono anche altri pericoli che possono minacciare il raggiungimento di un tale sviluppo tecnologico. Non dimentichiamo che oltre ai pericoli interni, esistono dei pericoli esterni che minacciano l’umanità. Mi riferisco a sconvolgimenti naturali, comete, asteroidi che possono impattare, eruzioni di supervulcani ecc. ed è difficile fare un calcolo in merito alla ciclicità di tali eventi e la distanza temporale media che trascorre tra un evento catastrofico su vasta scala e un altro la cui gravità potrebbe rallentare lo sviluppo tecnologico o addirittura riportarci indietro di secoli. Ci avviciniamo dunque a una possibile conclusione? G5. Sicuramente di questa partita -Rispose Nelchael- Pedone H cattura g5! Pedone H cattura g5 –Ribattè Soiaro, facendo la stessa mossa. Cavallo d3–Nelchael fece la sua mossa-E se a creare la simulazione non fosse stata un’altra civiltà grazie all’uso di una macchina? Non vi sembra che tutta questa spiegazione sia un forzatura per non ammettere quella che in realtà sarebbe la cosa più semplice da ammettere, e a cui la scienza si sta velocemente avvicinando? E cioè che l’universo tutto sia la creazione straordinaria e coerente di un dio? Perché si ha paura di accettare questa cosa e pur di non ammetterla si teorizzano cose ancora più assurde di una soluzione del genere? A parità di fattori, la spiegazione più semplice è sempre da preferirsi! Dunque tra ipotizzare che una civiltà del futuro, o addirittura aliena, possa aver messo su una simulazione computerizzata in cui ci troviamo noi e tutto il nostro mondo, e il teorizzare invece che questo tutto sia stato creato da una mente superiore, appare più economica e semplice la seconda ipotesi, non vi sembra? Alfiere g7. Forse hai ragione Dominik –disse l’italiano - Mi spaventerebbe molto di più se al posto di dio ci fosse in realtà un hacker adolescente e brufoloso e un giorno si stancasse del suo giochetto resettando così il programmino quantistico, o se da un momento all’altro un bug bloccasse il gioco. Cavallo d5. Siamo forse una simulazione nella mente di Dio, un suo pensiero, o forse l’opera straordinaria di creazione di questa mente superiore che non deve essere necessariamente un supercumputer, ma potrebbe essere pura intelligenza? A ciascuno la libertà di rappresentarsi le cose come meglio crede. Chissà, forse è davvero così; forse un giorno lo sapremo, o forse non lo sapremo mai. Torre c6. –disse l’italiano- Cavallo 5 in b4. In ogni caso lo sforzo degli esseri umani dovrebbe essere indirizzato sempre alla scoperta della Verità e non aver paura di spingersi sempre oltre, nelle terre di confine del sapere, su vie carovaniere per trovare quanto è andato un tempo perduto. Torre c7. Anche se dovessimo scoprire cose che potrebbero cambiare completamente il nostro punto di vista sull’universo e su noi stessi. Ci sono due errori soltanto che si possono fare quando si ricerca la Verità… Cavallo d5– disse in tono solenne Doninik Nelchael. Torre c6. Cioè?- Chiese Soiaro dopo aver comunicato la sua mossa appena eseguita sulla sua scacchiera mentale- Non partire affatto e non andare fino in fondo. Cavallo 5 in b4. Torre c7. Partita patta!– esclamò l’italiano tendendo la mano al vecchio scienziato. Patta. –Rispose Nelchael stringendo la mano all’informatico. C’è una bella poesia del poeta e scrittore argentino Jorge Luis Borges che questo discorso e la partita a scacchi mi hanno riportato alla memoria- disse Jao Adone Soiaro- si chiama: “Scacchi” e recita così: Vulnerabile re, mobile torre, spietata Regina, pedone accorto e sinistro alfiere Sul cammino di caselle bianche e nere Cercano e combattono la loro guerra cruenta. Non sanno che la precisa mano Del giocatore dispensa il loro destino, Non sanno che un rigore adamantino, Sottomette il loro arbitrio e il quotidiano. Ma anche il giocatore è in una voliera (la sentenza è di Omar), su un’altra scacchiera Fatta di nere notti e bianchi giorni. Dio muove il giocatore che gli ordini impartisce Quale dio prima di Dio la trama ordisce Di polvere e tempo, agonie e sogni? Il presente racconto è tratto da un romanzo inedito di Mauro Ruggiero dal titolo: “Poco meno degli Angeli”. Trascrizione completa della partita a scacchi giocata. 1.e4 e5 2.Nf3 Nc6 3.Bb5 a6 4.Ba4 Nf6 5.0-0 Be7 6.Re1 b5 7.Bb3 0-0 8.c3 d6 9.h3 Nb8 10.d4 Nbd7 11.Nbd2 Bb7 12.Bc2 Re8 13.Nf1 Bf8 14.Ng3 g6 15.Bg5 h6 16.Bd2 exd4 17.cxd4 c5 18.Bf4 cxd4 19.Nxd4 Ne5 20.b3 d5 21.Qd2 dxe4 22.Nxe4 Nd5 23.Bg3 Rc8 24.Re2 f5 25.Bxe5 Rxe5 26.Ng3 Rxe2 27.Ngxe2 Nb4 28.Rd1 Nxc2 29.Nxc2 Qxd2 30.Rxd2 Rc7 31.Ne3 Kf7 32.h4 Bc8 33.Nf4 g5 34.hxg5 hxg5 35.Nd3 Bg7 36.Nd5 Rc6 37.N5b4 Rc7 38.Nd5 Rc6 39.N5b4 Rc7 ½–½