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Convegno internazionale: “Esoterismo, occultismo e fantastico nella letteratura italiana tra fin de siècle e avanguardia”. Praga 13-15 aprile 2016

esoter

 

L’Istituto di Studi Romanzi, Facoltà di Lettere dell’Università Carlo IV di Praga, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura

organizzano

il Convegno internazionale:

“Esoterismo, occultismo e fantastico nella letteratura italiana tra fin de siècle e avanguardia”.

Praga 13-15 aprile 2016

 

         Nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e l´inizio del Novecento, dopo la grande fiducia positivistica nella ragione, si manifesta la crisi della razionalità che colpisce tutta la società occidentale nel suo pensiero. Anche la letteratura fin de siécle, compresa quella italiana, ne subisce una forte influenza. Gli scrittori tentano le strade occulte e inesplorate verso la conoscenza che va oltre il mondo materiale,visibile, spiegabile, noto, sedotti dalla “bramosia dell’ignoto”, sperimentata in certo modo addirittura dai personaggi del maestro verista Giovanni Verga. Il fatto che i maggiori rappresentanti del verismo – in primo luogo Luigi Capuana – non rimangono immuni da tale tendenza è abbastanza eloquente. Sulla scena letteraria (e non solo) irrompe lo spirito come il nuovo protagonista che rimpiazzerà la ratio e la verità considerata fino a quel momento un’entità oggettiva. Tale processo della perdita di certezze “di vecchio stampo” è accompagnato dal tramonto di alcuni generi letterari, come per esempio del romanzo realistico, e dall’ascesa di altri: il racconto fantastico in primis. L’ immagine unitaria del “piccolo mondo antico” si scompone, si disgrega nello stesso modo come la psiche dell’individuo. Nasce la concezione del personaggio-uomo, detto con Debenedetti. Dal topos romantico del doppio, dallo sdoppiamento dell’anima e/o corpo arriviamo fino alle centomila identità del personaggio pirandelliano o all’uomo moltiplicato dei futuristi.

In tale atmosfera si stabiliscono forti legami tra la letteratura e l’esoterismo, lo spiritismo e le cosiddette “scienze occulte”, legame che in Italia si protrae fino al contesto delle avanguardie storiche e oltre.
Il rapporto tra letteratura ed esoterismo in particolare è stato messo in luce negli ultimi anni da studi rigorosi che hanno fatto sì che potesse emergere chiaramente come questo fenomeno sia stato e sia tutt’altro che marginale per un’analisi e una comprensione più profonda di correnti, movimenti letterari, singoli autori e loro opere. Questo campo del sapere è diventato da qualche decennio anche oggetto di ricerca accademica e per tale motivo il convegno vuole focalizzare l’attenzione su quegli autori italiani, attivi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, la cui vita e/o la cui opera ha risentito particolarmente dell’influenza del pensiero esoterico e del fascino per l’“occulto”, e su quelli che con le loro opere hanno contribuito allo sviluppo del filone fantastico della letteratura italiana, quel filone sempre considerato debole o addirittura “irregolare”, il quale però ha veicolato nella società anche insegnamenti che per la loro natura e caratteristiche è possibile definire “iniziatici”. Anche se per Todorov il periodo d’oro della letteratura fantastica finisce con l’inizio del nuovo secolo, il convegno vuole indagare appunto anche come il cambiamento di prospettive arrivato con il Novecento (Freud, Einstein, Bergson…) ha influito sull’ulteriore sviluppo del modo fantastico nella letteratura italiana.

Il Convegno, al quale parteciperanno illustri studiosi provenienti da vari paesi, si terrà nei giorni 13, 14 e 15 aprile 2016 presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga (Šporkova 14, 118 00 Praha 1) e L’Università Carlo IV.

Di seguito gli abstract di alcuni relatori e Keynote Speakers

Simona Cigliana (Università La Sapienza)

La ricerca psichica alle origini della modernità. Il panorama letterario e culturale italiano 1880-1930

 Negli ultimi venti anni, i contributi di molti studiosi, soprattutto fuori d’Italia, hanno portato ad una significativa rilettura del panorama culturale europeo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Adottata una prospettiva di valutazione più equilibrata, si è riscontrato come la componente irrazionalistica, non solo nei suoi più aulici panni di pensiero filosofico “alto” ma anche nella più eterodossa veste di una partecipata attenzione per la ricerca psichica, per lo spiritismo e per le cosiddette “scienze occulte” abbia concorso in modo significativo ad avviare il processo di revisione dell’epistemologia positivistica. Numerose verifiche hanno documentato la trasversalità e la pervasività degli interessi per la psicologia supernormale, il loro peso nei confronti del materialismo determinista tardo ottocentesco e, soprattutto, il ruolo euristico che essi svolsero nella messa a punto di nuove modalità di indagine scientifica e di espressione artistica: modalità che, come specificherò nella prima parte del mio intervento, avrebbero contribuito, nel loro insieme, a delineare la temperie culturale del moderno. Nel campo della letteratura in particolare, le suggestioni provenienti dalla metapsichica agirono come un lievito immaginativo: da una parte fornendo agli scrittori spunti tematici e sollecitazioni poetico-narrative; dall’altra ispirando nuove strategie di sperimentazione compositiva e formale. Specifici approfondimenti hanno rivelato la decisiva influenza di stimoli e convinzioni provenienti dall’ambito occultistico ed esoterico sulla biografia e sull’opera di singoli autori. Al di là delle ricognizioni monografiche, sempre necessarie e illuminanti, resta tuttavia di grande importanza la ricostruzione del quadro complessivo di insieme, sul quale mi soffermerò nella seconda parte del discorso, con speciale riguardo per il cinquantennio 1880-1930, che si conferma, dal punto di vista dell’incidenza di queste tematiche, eccezionalmente ricco di iniziative, sinergie, attestazioni.

Claudio Bonvecchio (Università degli Studi dell’Insubria)

L’Esoterismo come risposta alla crisi del Positivismo

 Ogni secolo ha le sue crisi. La fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento vede uno straordinario sviluppo della Scienza che nell’eredità di un certo Illuminismo si accredita come l’unico sapere possibile. Un sapere che – lottando contro ogni forma di metafisica – sembra ambire ad occupare ogni spazio spirituale. Spazi che neppure le Chiese Ufficiali più riescono a controllare. E’ il Positivismo che tenta – e in parte ci riesce – di accreditarsi come l’unica vera risposta ai problemi che incombono su di una umanità apparentemente pacifica, ma in realtà tormentata nel suo profondo. Lo testimoniano i numerosi romanzi noir che da Dumas a Stoker a Stevenson a Wilde (solo per citarne alcuni) rivelano una profonda e radicale inquietudine che sembra non avere risposta. La risposta verrà di un revival della tradizione esoterica che si diffonderà ovunque in Europa e nelle Americhe, dando luogo ad una sorta di “epidemia esoterica” che vedrà il nascere di Gruppi, Ordini, Società, Chiese e personaggi di particolare rilievo. Questi Gruppi, Ordini, Società, Chiese e personaggi di particolare rilievo non sono facilmente riportabili alle tradizionali strutture esoteriche – come tenta di fare Thomas Mann con il dialogo tra il Massone Settembrini e il Gesuita Naphta ne La Montagna Magica – ma si insinuano in esse, travolgendone gli assetti. Sino a diventare momenti imprescindibili della vita spirituale e sociale. Sino a diventare, persino, il collante di molte politiche novecentesche. La domanda finale è se questa spinta esoterica è terminata con il “secolo breve” oppure no. La risposta è che non è terminata. Anzi è in piena crescita. Forse perché il Positivismo è morto e sepolto, ma ha lasciato come eredità un arido razionalismo sociologico che non è grado di supportare le esigenze del presente. Non è in grado di rispondere alle eterne domande dell’Umanità: “Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?

Aldo Alessandro Mola (Università degli Studi di Milano)

Scrittori nella RMI

 Negli ultimi decenni dell’Ottocento la “Rivista della Massoneria”, mensile del Grande Oriente d’Italia , ospitò ripetutamente scrittori e poeti massoni e non massoni su temi connessi alla letteratura patriottica e al Risorgimento. Poiché generalmente non veniva precisato se gli autori fossero o no affiliati, ne nacquero leggende e attribuzioni infondate. All’origine di tale interesse vi era l’impegno personale del direttore-proprietario della “Rivista”, Ulisse Bacci, che scrisse testi di modesto valore letterario. Dopo l’ascesa di Ettore Ferrari alla Gran Maestranza, La “Rivista” privilegiò temi storici, anche per il novo orientamento di Bacci, di lì a poco autore dei due volumi di “Il libro del Massone italiano” (1908-1911), poi riproposto in volume unico (1922). Se in passato aveva pubblicato carmi, odi, etc. di Felice Cavallotti e di altri scrittori, nel primo Novecento la “Rivista Massonica” (nuova testata del mensile diretto da Bacci), ferma a stili e a modelli arcaci, non valorizzò adeguatamente gli autori propriamente massonici contemporanei (Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli,…) né dette spazio alla letteratura esoterica, alla simbologia e ai nuovi linguaggi delle arti (incluso il futurismo), che pertanto cercarono e trovarono espressione altrove. Ne derivò l’impoverimento del quadro culturale complessivo dell’Ordine evidenziato dall’Inchiesta sulla massoneria condotta dall’ “Idea Nazionale”. La Relazione presenta un repertorio degli articoli più rilevanti degli anni 1900-1918.

Marco Pasi (Università di Amsterdam)

Piccoli mondi antichi e visioni del futuro. Cultura italiana e teosofia tra fine dell’Ottocento e primi del Novecento

Nonostante la presenza di studi più o meno recenti sulla questione, vi è ancora molto da dire sul modo in cui l’esoterismo e la spiritualità alternativa hanno influenzato la cultura italiana tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Non si è ancora dato abbastanza rilievo, per esempio, alla diffusione delle idee teosofiche in Italia in quel periodo, resa possibile dalla creazione di una sezione italiana della Società Teosofica negli anni Novanta dell’Ottocento. Come avvenne anche in altri paesi, le idee teosofiche ebbero in Italia un ruolo di catalizzatore per favorire istanze di cambiamento e di innovazione culturale. Il loro impatto fu significativo proprio in un periodo in cui la cultura italiana subiva trasformazioni profonde. Sembra del resto chiaro che quando il movimento teosofico fece il suo ingresso in Italia sembrò mostrare delle consonanze con idee ed esperienze che si erano già radicate autonomamente nel paese. Per esempio, una delle figure centrali del Risorgimento come Giuseppe Mazzini (1805-1872) aveva sviluppato le sue idee politiche insieme a una forma di religiosità del tutto idiosincratica ed eterodossa. La sua visione spiritualista poté quindi essere percepita dai teosofi come affine alle loro dottrine. Esse poterono quindi essere presentate non come semplice materiale d’importazione dall’estero, ma piuttosto come una tradizione perfettamente compatibile con il vero e primordiale spirito della nazione italiana. L’influenza delle idee teosofiche in Italia fu diffusa, e sarebbe un errore ricercarla unicamente tra coloro che se ne dichiararono esplicitamente seguaci o che aderirono alla Società. Per dare un’idea di questa diffusione, si può prendere in considerazione l’esempio di Antonio Fogazzaro (1842-1911). Lo scrittore vicentino non fu mai un membro della Società Teosofica e, essendo cattolico, fu sempre prudente nell’esprimere apprezzamento per le idee teosofiche. Ma documenti inediti e varie testimonianze mostrano invece che il suo interesse per queste idee fu molto vivo e rimase relativamente costante nel tempo.

Antonio Saccone (Università Federico II, Napoli)

«[…]ingigantire sempre più l’ignoto»: i futuristi e la scienza

 La relazione ricostruisce il forte interesse predicato e praticato dall’‘avanguardia storica’ nei confronti non solo della tecnologia, ma anche delle acquisizioni concettuali e percettive indotte dallo sviluppo scientifico. A partire dal manifesto fondativo i futuristi affermano l’urgenza di demolire l’oggettività scientista, di certificare, in sintonia con le teorie di Einstein, il carattere relativo, convenzionale delle leggi spazio-temporali. La ricostruzione si sofferma in particolare sul proclama esplicitamente dedicato alla scienza dal gruppo fiorentino dell’«Italia futurista». Qui si sostiene la necessità di una scienza «ignotofila», orientata verso i fenomeni del medianismo, della divinazione, della telepatia ovvero verso la dimensione dello psichico occulto, che diverrà, distinto quel che vi è da distinguere, una delle insegne del surrealismo.

 

   Il Comitato Organizzativo

Alice Flemrova, Mauro Ruggiero, Giovanni Sciola

Per info: convegnopraga@gmail.com

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