Che il cinema italiano occupi ancora una posizione privilegiata nel mondo ce lo ha ricordato Giancarlo Giannini, a Praga presso l’Ambasciata d’Italia in Repubblica Ceca, per ritirare un premio in occasione della ventesima edizione del Febio Fest, il Festival Internazionale del Cinema che si è tenuto dal 14 al 22 marzo 2013. Giannini, che a Praga ha girato un rifacimento e poi Casino Royale e che conosce la città, ha detto che: ” Se ancora adesso si studiano in America Michelangelo Antonioni, Vittorio De Sica ecc., vuol dire che a qualche cosa è servita la nostra fantasia.” Secondo Giannini nel cinema di oggi il passato alimenta ancora il presente con i suoi continui “ricorsi storici” su trame già conosciute e diffuse senza crearne nuove, senza nuove metafore collettive. Sembra, allora, di intravedere nelle sue parole una critica pacata e lucida della situazione attuale non scevra, però, di un’altrettanto pacata e lucida speranza ottimistica verso il futuro alimentata, appunto, dalla citazione introduttiva dei grandi maestri del cinema italiano.
Parole condivise dall’ambasciatore S.E. Pasquale D’Avino che ha ricordato come l’Italia sia “Un paese che ha dato tanto alla civiltà del mondo e all’arte nel mondo.”
Il riconoscimento “Kristian”, andato a Claudia Cardinale nel 2006 e a Nanni Moretti nel 2012, è stato assegnato a Giannini «Per l’alto contributo reso alla cinematografia mondiale», come rivelato nella conferenza stampa tenutasi nel municipio di Praga. All’artista italiano è stata dedicata una retrospettiva con capolavori quali Pasqualino Settebellezze e L’innocente. Fero Fenic, direttore del festival, si è detto pienamente soddisfatto della scelta della giuria e ha manifestato entusiasmo per «I nostri critici che hanno riconosciuto l’alto valore delle interpretazioni di Giancarlo Giannini, un attore che si è sempre distinto per eclettismo e versatilità nonché per una grande sensibilità artistica». Parole di stima e di ringraziamento Fenic le ha poi rivolte alle istituzioni italiane: «L’ambasciatore Pasquale D’Avino e il dirigente ministeriale Paolo Sabbatini, con il supporto di Adriano De Santis del Centro di cinematografia sperimentale di Roma, hanno garantito anche quest’anno un importante sostegno al nostro Festival». Naturalmente soddisfatto l’ambasciatore D’Avino che ha dichiarato: «Siamo lieti che un rappresentante eccellente della grande tradizione cinematografica italiana, quale è Giancarlo Giannini, sia molto apprezzato anche qui in Repubblica Ceca. Questo prestigioso riconoscimento ribadisce del resto la grande attenzione e l‘ interesse con cui si guarda in questo Paese alla cultura italiana in tutte le sue dimensioni». Giannini ha ritirato il premio giovedì 14 marzo. Tra i vincitori delle passate edizioni alcuni grandi maestri della cinematografia mondiale quali Wim Wenders, Roman Polanski, Alan Parker, Carlos Saura e Peter Weir.
Questo evento, al quale ha partecipato una nutrita rappresentanza dei membri delle varie comunità italo-ceche e ceche legate all’Italia tra cui il prof. Pietropaolo, fondatore e direttore dell’Associazione Amici dell’Italia, che ha avuto modo di portare personalmente al celebre attore il saluto di tutta la comunità di cechi che amano l’Italia, è stato reso possibile grazie anche al lavoro dell’Ambasciata italiana e ha dimostrato l’interesse e il coinvolgimento che momenti come questo riescono a creare, segno di una forza positiva. Una volta di più, come sembra sempre più frequente ultimamente, un vento che soffia in direzione del mondo culturale e dei suoi bisogni e delle sue priorità, come per esempio la partecipazione dell’Ambasciata del prossimo seminario sull’architetto Santini presso i suoi spazi in Nerudova con giro turistico-architettico delle sue opere più importanti. Una riprova del grande potenziale culturale che l’Italia avrebbe da donare e di cui giovarsi se lo si supporta e sostiene. Le possibilità non mancherebbero, ma bisogna saperle trovare e promuovere. L’Italia ha le sue carte da giocare ma il gioco si è fatto molto difficile e rischioso. Come dice Giannini, per concludere, “la vita è una sfida, come tutte le cose, io cerco di fare il mio mestiere, di farlo con molto coraggio.” Ecco di cosa abbiamo bisogno adesso più di tutto: di coraggio per superare lo stallo in cui siamo cascati e ripartire avanti, qualunque cosa ciò significhi. Un po’ come nel cinema.