Žižkov, la cui area principale si trova oggi nel Distretto Municipale di Praga 3, ma che fino agli anni ’20 del Novecento era una vera e propria città indipendente, prende il nome, nel 1877, dal condottiero hussita Jan Žižka di Trocnov, generale ceco, eroe della guerra civile in Boemia, la cui figura storica e leggendaria è indissolubilmente legata alla coscienza nazionale dei cechi. Il quartiere è situato sotto la collina di Vítkov, luogo presso il quale Žižka, fedele agli ideali di Jan Hus, riportò un’importante vittoria militare contro l’esercito dell’Imperatore Sigismondo, nel 1420, contro un esercito di molte migliaia di uomini superiore a quello dei ribelli hussiti. Sulla sommità della collina, roccaforte degli hussiti di Žižka, troneggia ancora oggi l’imponente statua equestre del condottiero (una tra le più grandi al mondo), costruita nel 1950 da Bohumil Kafka, che lo raffigura in posa guerriera.
Storicamente Žižkov è sempre stato un quartiere popolare, soprattutto nel periodo comunista quando era il luogo simbolo della classe operaia, tanto da essere definito: il “Cuore rosso di Praga“ proprio a causa dell’alto numero di residenti particolarmente fedeli al Partito. Per un certo periodo unito al quartiere di Vinohrady e poi zona a sé, tradizionalmente “irrequieto“ e ribelle, Žižkov, con i suoi quasi 58000 abitanti e con un’area urbana di 5,44 km2, è oggi un quartiere vivo, che nel corso degli ultimi anni, ha visto cambiare molto sia la sua fisionomia architettonica che la sua fama, trasformandosi da quartiere, se non proprio pericoloso, almeno poco raccomandabile (I cechi sono contrariati dall’alta densità di rom residenti in quest’area, considerata per questo motivo malfamata) in zona alla moda, sempre più ricca di locali alternativi e piccoli caffè che fanno sì che il quartiere continui a godere ancora oggi, più che ogni altro posto a Praga, della reputazione di “bohemien”. Non è un caso, infatti, che Žižkov sia da sempre un luogo di ritrovo di artisti e scrittori come Jaroslav Hašek, e che abbia dato i natali a personaggi famosi come il poeta ceco, Premio Nobel per la Letteratura 1984, Jaroslav Seifert. Il quartiere è oggi meta di molti stranieri, soprattutto americani (ma anche italiani) che lo scelgono come propria residenza, affascinati dalla sua aura di ammaliante decadenza e sicuramente attratti anche dalle sue famose birrerie e locali che hanno visto la nascita e lo sviluppo della cultura underground ceca e di altri interessanti movimenti culturali nel corso della loro storia. Ma gli anni degli interi palazzi in stato di abbandono, delle facciate trascurate e delle zone in degrado, sono ormai quasi esclusivamente un ricordo, e il quartiere, sia nelle calde sere estive che in quelle fredde d’inverno, è sempre meta di giovani che da tutte le parti della città si ritrovano qui per visitare locali simbolo come le vecchie birrerie “Nad Viktorkou“ e la leggendaria “U vystřelenýho oka“ (All’occhio accecato) così chiamata in onore di Jan Žižka, o il più moderno “Akropolis”, attualmente il centro di eventi culturali più importante del quartiere. Ma la Žižkov di oggi è un vero e proprio pullulare di pub, bar, birrerie e caffè, al punto tale da essere tra le aree urbane europee con il più alto numero di locali pubblici. Oltre alle classiche birrerie e osterie ceche, negli ultimi anni sono spuntati anche numerosi negozietti di prodotti etnici e ristorantini ricavati in piccoli spazi che offrono, a residenti e visitatori, cucina orientale di ogni genere e, a volte, passandoci accanto per le strade del quartiere che si alternano in ripide salite e discese, sentendo gli odori penetranti e inebrianti di ogni sorta di spezie, sembra quasi di trovarsi, più che nel cuore rosso di Praga, nei bazar di Istanbul o per le strade di qualche altra lontana città dell’Oriente.
Anche dal punto di vista architettonico, Žižkov presenta le sue caratteristiche uniche che lo rendono impossibile da confondere con gli altri quartieri della capitale ceca. Accanto alle case popolari sorgono palazzoni in cemento che si affacciano su meravigliosi edifici Art Nouveau dai cortili interni nascosti, in una cacofonia architettonica non priva però di un certo fascino che manifesta, impressa nella pietra, l’anima anarchica e il carattere in continua trasformazione di questo quartiere. La famosa Torre della Televisione costruita tra il 1985 e il 1992 secondo il disegno dell’architetto Václav Aulický e illuminata di notte dalle luci con i colori della bandiera ceca, con i suoi 216 metri di altezza è la torre più alta di Praga e svetta sul quartiere con il suo profilo affascinante e inquietante al tempo stesso. Se nei primi anni della sua costruzione l’opera era vista con disprezzo dalla popolazione locale, oggi invece la sua fama ha subito un decisivo miglioramento ed è diventata il simbolo di Praga 3. Dal ristorante situato al suo interno è possibile godere di una vista spettacolare della città. Esempio di architettura high-tech e futurista, del peso di 11800 t., nel 2000 la Torre fu decorata con alcune sculture del noto artista ceco David Černý. Ai suoi piedi c’è il piccolo cimitero ebraico con le sue caratteristiche sepolture, in parte distrutto durante i lavori di costruzione dell’opera. Altro importante cimitero del quartiere è il Nuovo ebraico, costruito nel 1881 e situato in uno splendido parco alberato pieno di edera rampicante. Il luogo è sempre meta di molti turisti perché in una delle sue tombe, riposano le spoglie del grande scrittore Franz Kafka. Dietro alla già citata statua equestre di Jan Žižka, sulla collina di Vítkov, si trova il Memoriale Nazionale, iniziato nel XIX secolo ma completato soltanto alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nelle cui decorazioni è facile vedere l’impronta che i comunisti vollero imprimevi trasformandolo in un tripudio di arte socialista rivoluzionaria.
Di Mauro Ruggiero, da “Progetto Repubblica Ceca”, 2013
Foto: Wikipedia