Site icon Café Boheme

Růžena Zatkova: la Signora X

Nel 1923, a soli 38 anni, moriva in una clinica svizzera, per tubercolosi, la grande esponente del Futurismo boemo Růžena Zatkova in arte Signora X. Dobbiamo al recente lavoro di Marina Giorgini, se oggi possiamo ricostruire la vita, e parte delle opere, di questa straordinaria artista.

Růžena Zátková nasce il 2 marzo 1885 in una ricca famiglia di Březí, vicino a České Budějovice, città della Boemia meridionale. Il padre Vlastimil Zátka è un pittore dilettante; la madre Karolina, pianista, è la nipote di Karel Havlíček Borovský. Nel 1901 il padre trasferisce a Praga la ditta di produzione di pane e pasta, seguito dalla famiglia. Nei primi anni praghesi Růžena si dedicherà con passione alla musica. Nel 1903, insieme con la sorella Sláva, inizia a frequentare la scuola privata di pittura di  Antonín Slavíček e Vladimir Županský. Nel 1908 Růžena raggiunge la sorella a Monaco, dove studia con Angelo Jank, membro della Secessione di Monaco. Nell’autunno 1908, al ritorno a Praga, le sorelle Zátková, affittano uno studio di pittura per lavorare alle opere destinate all’esposizione della Società Mánes, movimento che intendeva rinnovare l’arte ufficiale ceca aprendola alle correnti cosmopolite. Nel febbraio 1910 sposa a Praga il nobile Vasilij Khvoschinskij, diplomatico dell’Ambasciata russa a Roma, città nella quale la coppia si trasferisce nella casa accanto alla scalinata di Trinità dei Monti. L’evento segnerà, anche dal punto di vista artistico, allontanamento dalla sorella Sláva che resterà legata a canoni figurativi. Intorno al 1912, casa Khvoschinskij inizia ad essere frequentata da un nutrito gruppo di intellettuali e artisti italiani e internazionali e da personalità di rilievo del mondo della politica. Musa e amante platonica dello scultore croato Ivan Meštrović e del pittore messicano Roberto Montenegro, nell’aprile del 1914 sarà a Milano per assistere alla Serata degli Intonarumori, un’evoluzione dei toni musicali creata da Russolo, nella Casa Rossa di Marinetti, dove conosce tra gli altri, Boccioni, Carrà, Buzzi, Stravinskij, Prokof ’ev, Djagilev e il ballerino Massine.

Nel 1916 inizia a frequentare i circoli esoterici della capitale e tra febbraio e maggio partecipa a una serie di sedute spiritiche tenute nei salotti più prestigiosi di Roma. Tra i partecipanti Vasilij Khvoschinskij, Giacomo Balla, Gerald Tyrwhitt, i marchesi Casati, i Serristori, i Ruspoli. Růžena annota le sedute spiritiche su un diario dove si alternano, alla cronaca degli eventi, i responsi dello spirito invocato durante le sedute e alcuni schizzi di ‘scrittura automatica o medianica’. Questa esperienza darà origine ad un’intera serie di disegni astratti, i cosiddetti «disegni coloriti delle varie correnti psichiche» che l’autrice pone all’apice della propria concezione artistica introducendola nei nuovi territori del- l’astrattismo dell’ambiente futurista romano, facente capo a Balla che l’anno precedente aveva elaborato, insieme a Depero, i complessi plastici “astratti” e semoventi. Anni ricchi di stimoli in cui la Zátková conoscerà anche  Benedetta Cappa, che diventerà sua grande amica e moglie di Marinetti, e suo fratello Arturo, al quale si legherà sentimentalmente nel 1919. Ma, sono anche gli anni dell’insorgere della tubercolosi. Nel sanatorio di Leysin in Svizzera resterà per tre anni, fino al luglio del 1919. Sono gli anni di un avvicinamento alla fede cattolica e delle illustrazioni La vita di Re David secondo le leggende bibliche, iniziate nel 2017 e terminate nell’autunno del 1918. Nel 1921 la sua prima personale a Roma (Galleria Giosi di via Sistina) organizzata da Marinetti con la collaborazione di Benedetta Cappa e di Balla. Nello stesso anno partecipa all’Esposizione Fu- turista Internazionale di Torino e a novembre  allestisce la sua seconda e ultima personale a Roma (Casa d’Arte Bragaglia) con prefazione al catalogo affidata a Prampolini che di lei scrive: ”La pittrice e scultrice cekoslovacca Růžena Zatkova è una delle ultime pioniere della nuova arte futurista. Růžena Zatkova, con le sue innumerevoli opere, vi piloterà attraverso gli imponderabili misteri della psicologia umana, vi rivelerà dei nuovi aspetti plastico-pittorici dell’inesauribile mondo sensibile”.

Nuovamente ricoverata nel sanatorio di Leysin, muore il 29 ottobre 1923. Sarà sepolta nel cimitero di Olšany a Praga.

 

Marisa Milella

Exit mobile version