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Rodolfo II d’Asburgo. Imperatore e alchimista

Il suo nome è da sempre sinonimo di magia e di mistero, ma anche di amore per la conoscenza e di tolleranza. La sua opera e la sua mente hanno segnato una città e un’epoca di cui ancora oggi si parla a 400 anni esatti dalla sua morte.

Rodolfo II d’Asburgo nacque a Vienna alle 18:45 del 18 luglio 1552, terzogenito dell’Imperatore Massimiliano II e di Maria di Spagna. Suo nonno, Carlo V, era stato il monarca assoluto dell’Impero più grande mai conosciuto; un territorio sconfinato che si estendeva da Madrid a Vienna, da Napoli a Bruxelles, da Praga alle lontane terre del Messico. Un Impero dove, come si diceva, non tramontava mai il sole.

Nel 1556, quando Carlo V abdicò, il suo Impero si divise in due: il figlio Filippo II avrebbe regnato in Spagna e sui possedimenti dei Re Cattolici, mentre il fratello, Ferdinando, sulla parte Orientale della Casa d’Austria. Alla guida dell’Impero, a Ferdinando, successe suo figlio l’arciduca Massimiliano, e a quest’ultimo succederà Rodolfo. Il giovane Rodolfo fu educato presso la corte spagnola. Visse a Madrid e a El Escorial e non tardò a mostrare la sua personalità complessa. Si oppose al matrimonio con sua cugina l’Infanta di Spagna e non si sposerà neanche in futuro, non giocandosi così mai l’importante carta politica del matrimonio. Nel 1571 Rodolfo torna alla corte di Vienna dove viene incoronato prima Re d’Ungheria e di Boemia e poi, nel 1576, Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Da subito il giovane Imperatore dovette fronteggiare il contrasto religioso tra il cattolicesimo e le diverse confessioni protestanti, ma si capì presto che più che ai problemi politici e alle guerre di religione, Rodolfo era  interessato alle arti, alle scienze e ai segreti più reconditi e sublimi della natura. Già nel 1582 Rodolfo lascia Vienna e si trasferisce a Praga. Questa decisione, oltre che motivazioni politiche, aveva altre ragioni da ricercare nella bellezza, ma soprattutto nell’esoterismo e nella magia dell’architettura che l’Imperatore esoterista Carlo IV aveva dato alla città. Con Rodolfo, Praga visse la sua epoca d’oro. Nuova capitale dell’Impero, città di frontiera e sede di culture diverse, sotto la guida dell’Imperatore progredirono le scienze, la tolleranza e il libero pensiero. Durante il suo regno, a cavallo tra due ere, l’Imperatore Rodolfo II fece di Praga la città ideale instaurando un clima favorevole al progresso del sapere e alla circolazione delle idee; una specie di Gerusalemme Celeste delle scienze, un’utopia realizzata che reagì vigorosamente all’involuzione in tutte le aree della conoscenza verificatasi in seguito alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Grazie al suo mecenatismo, Rodolfo fece di Praga lo scrigno delle più alte e avanzate conoscenze dell’epoca.

Ma esiste un lato oscuro della complessa e poliedrica personalità di Rodolfo II; un lato che gli farà guadagnare la fama ambigua che ancora oggi il suo nome evoca. Personaggio solitario e incline alla depressione, Rodolfo era ossessionato dalla brama di sapere ed era pronto a tutto pur di ottenerlo. Egli credeva che ogni cosa che si osserva fa parte di un tutto e di un ordine armonico. In questa trama occulta del reale, saggio, mago e artista sono fondamentalmente la stessa cosa e l’Alchimia  è la scienza suprema per comprendere i segreti della natura e superarne le leggi che la regolano.

Rodolfo era letteralmente ossessionato da tale scienza e alla corte imperiale, invitati dall’imperatore stesso, si trovarono insieme le menti più brillanti e illuminate del tempo. In cambio di protezione maghi, alchimisti, astronomi, sapienti e artisti lo aiutavano a raggiungere il suo obiettivo: la ricerca della pietra dei filosofi e l’elisir dell’immortalità; i simboli della suprema conoscenza. Già suo padre, l’Imperatore Massimiliano II, aveva raccolto attorno a sé una elite di storici, antiquari, collezionisti e scienziati. Rodolfo mantenne gran parte della corte paterna e si prodigò molto nello stampare libri nuovi e antichi che fece accumulare in grandi biblioteche come quella del Monastero praghese di Strahov. Sotto di lui si svilupparono la farmacia e la mineralogia e si fecero  grandi passi avanti nello studio degli astri e dei loro movimenti. Frequentarono la corte di Rodolfo personaggi come John Dee, astrologo e cabalista inglese; Giordano Bruno, filosofo e divulgatore della tradizione ermetica; l’oscuro mago Edward Kelley; l’astronomo danese Tycho Brahe e il grande matematico e astronomo Giovanni Keplero.

Rodolfo riempiva la sua Kunstkammer con pezzi dei suoi più vari interessi, con collezioni d’arte e con oggetti rari ed esotici. Presso il Castello si realizzavano esperimenti scientifici di ogni tipo ai quali l’Imperatore partecipava in prima persona. Rodolfo II era molto erudito e sceglieva con cura i suoi scienziati sottoponendo loro difficili prove e non si lasciava ingannare facilmente come invece il cinema o una certa letteratura ce lo fa apparire oggi. Grazie al suo sostegno vennero inventati nuovi strumenti astronomici e Keplero riuscì a sviluppare le famose  tre leggi che sono alla base della moderna cosmologia.

Artisti come Giuseppe Arcimboldo e molti altri vissero a palazzo grazie all’amore che l’Imperatore nutriva per le arti e che gli permise di raccogliere opere di molti artisti in una collezione tra le più importanti dell’ epoca.  In campo sociale, Rodolfo riuscì a mantenere l’equilibrio tra le classi, un periodo di pace e di ordine.

In materia di religione, benché nominalmente cattolico, egli non prese parte alle persecuzioni religiose, ma permise, al contrario delle altre corti europee, la pluralità confessionale. Ciò gli consentì di dedicarsi ai suoi studi e di gestire la sua corte di scienziati e sapienti. Ma l’epoca d’oro che Praga stava vivendo grazie a questo Imperatore, cultore del bello e dell’arcano, era destinata a finire presto.

Spesso i personaggi ai quali l’Imperatore garantiva protezione erano molto scomodi e ciò gli causò non pochi problemi con la Chiesa di Roma, che lo sospettava di eresia o peggio ancora, di essere un protettore di negromanti. Inoltre, le sue frequenti depressioni e il suo interesse per l’occulto, uniti al fatto di essere il nipote di Giovanna di Aragona detta: “Giovanna la Pazza” a causa del suo anticonformismo, alimentarono la diceria in ambiente cattolico che egli fosse un pazzo e un indemoniato. Le ambizioni imperiali del fratello, Mattia d’Asburgo, le pressioni continue del Vaticano e le pretese della nobiltà protestante minavano di continuo il difficile equilibrio che Rodolfo cercava di mantenere, e questo si ruppe quando Mattia, impadronitosi di Austria, Ungheria e Moravia avanzò con un esercito appoggiato da Roma e dalla Spagna alla volta della Capitale dell’Impero. Quando nel 1611 questi entrò trionfalmente a Praga, Rodolfo fu costretto ad abdicare e a rinchiudersi nel suo Castello, dove mori un anno dopo, nel 1612.

Ma prima di lasciare per sempre la Corona Ceca, Rodolfo II, Imperatore tradito del Sacro Romano Impero e cultore di scienze occulte, scagliò una terribile maledizione su Praga e su tutta la nazione ceca:  “Praga, ingrata Praga, io ti ho resa famosa e tu ora scacci me, il tuo benefattore… Che la vendetta si abbatta su di te e la dannazione colpisca te e tuta la nazione ceca”. Così disse, e le sue infauste parole si sarebbero di lì a poco rivelate come una profezia. Poco dopo la presa del potere da parte di Mattia, questi non fu capace di controllare e gestire la delicata situazione, e i contrasti tra cattolici e protestanti sfociarono nella famosa defenestrazione di Praga che diede inizio alla  sanguinosa e terribile Guerra dei Trent’Anni. La Guerra che dilaniò il cuore dell’Europa dal 1618 al 1648, lasciò Praga alla mercé di eserciti stranieri e con la famosa Battaglia della Montagna Bianca, l’8 novembre del 1620, la Boemia perse la sua indipendenza per 300 anni.

La morte di Rodolfo II significò la fine di un’era, del Rinascimento e della tolleranza religiosa. Dopo di lui ci fu una nuova regressione delle idee, del libero pensiero e la caduta in disgrazia delle scienze occulte.

Come lo storico Peter Marshall ha scritto:” L’Imperatore del Sacro Romano Impero, morì da uomo fallito, solo e depresso, ma insieme ai suoi colleghi, amanti della Verità, contribuì a creare nella Praga rinascimentale una rivoluzione culturale che continua a riverberare ancora oggi”.

Questo articolo di Mauro Ruggiero è stato pubblicato sul numero di maggio-giugno 2012 della rivista: Progetto Repubblica Ceca
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