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Michele Porsia, architetto del verso

Michele Porsia (Termoli, 1982), laureato in Architettura a Firenze, si occupa anche di grafica e arti figurative. Attalmente Lavora a Praga. Fa parte di Hanife Ana Teatro Jazz con cui collabora nella realizzazione di alcuni video e nella ideazione delle scene. È apparso sul panorama della poesia nel 2007 con il progetto Nodo sottile: selezionato da Andrea Sirotti e da Vittorio Biagini, ha preso parte a un laboratorio a cura di Antonella Anedda e Gianmario Villalta; nel 2008, alcuni testi della sua primissima produzione sono stati raccolti in Nodo sottile 5, un’antologia di dieci giovani voci edita da Le Lettere. In seguito alla vittoria della prima edizione del premio Cose a parole, indetto dalla Giulio Perrone Editrice, ha pubblicato nel 2009 la sua prima silloge, Sintomi di Alofilia. Nello stesso anno ha partecipato al Parma Poesia Festival e alla Biennale di Skopje dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo con il poemetto Skopje e un video. Tra il 15 e il 19 febbraio 2010 alcuni testi sono stati trasmessi durante il programma Fharenheit di Radio Rai 3. Finalista di Subway 2010, è stato inoltre segnalato al Premio Miosotìs 2010 (ed. D’if, Napoli) con la plaquette inedita In altre acque. Una poesia tratta da Sintomi di Alofilia è stata tradotta in tedesco e pubblicata, a cura di Eva Taylor e Barbara Pumhösel, nella rivista Signum 2011.

Da Bianchi Girari di Michele Porsia – Giulio Perrone 2011

 The snow man

si deve avere una mente d’inverno

per fissare la brina e i rami

degli alberi di pino in crosta di neve;

 

e aver avuto freddo a lungo

per distinguere i ginepri ispidi di ghiaccio,

gli abeti ruvidi in un baluginio distante

 

al sole di gennaio; e non pensare

che ci sia un mistero nel suono del vento,

nel suono di poche foglie,

 

che è un suono di terra

pieno dello stesso vento

che tira sullo stesso nudo posto.

 

Per l’ascoltatore, chi ascolta la neve,

e niente di sé, distingue

il niente che è lì e il niente che è

 

(riscrittura da The snow man di Wallace Stevens.)

 

(con le dita aperte, il pigmento

mantenuto nelle guance. Un soffio

spinto dalla laringe in un cilindro d’osso)

 

questa superficie ha il sapore delle cose,

delle prese, tre azioni,

un odore parietale di ossido di ferro,

di manganese, di tuorlo e di saliva asciutta.

 

La misura invece è data dalla capienza

della bocca, il respiro

nella capacità dei bronchi, il ritmo

la forza muscolare. Tre azioni.

 

è fredda e ruvida la carta.

 

In questa sovrapposizione di tracce

c’è un resto cavernoso della percezione,

una fessura intima

in cui lasciare il timbro della voce, tre azioni,

un gesto ripetuto,

un intercalare di impronte sulla superficie

 

***

ho lasciato un palmo nella neve caduta sul terrazzo di casa,

l’orma

è una linea aperta tra me e la Cueva de los Manos. Anafora del tatto.

 

Il fiato condensa in una nuvola bianca

mentre traduco il diluvio sulla superficie temporanea.

 

Cauterio, un gesto del silenzio, del riposo

che precipita sull’incapacità di esprimere il disgelo.

Una meteorologia interna senza previsioni. Un esperimento sul bianco

 

***

ecco la scomparsa diurna,

un diluvio sceso come in ogni poema nelle cavità terrene,

una restituzione

del suono tenuto tra le costole.

Fiato

lasciato sulla mano, la sinistra, la pietra fredda

e un battito d’acqua a riempire le lacune.

è stato un rito di passaggio

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La silloge, una riflessione sulla parola come suono e come immagine, trae il suo titolo dal nome di alcune decorazioni dei codici rinascimentali. “Motivo unificante di questo secondo libro di Michele Porsia è l’incessante interrogazione sulla forma e sul senso della parola. Eppure, siamo lontanissimi da un territorio di autoreferenzialità del poetico: è piuttosto a partire da un serrato corpo a corpo con le presenze percettive del reale che si delinea la riflessione sul senso della scrittura che percorre e sostanzia il testo.” (dalla prefazione di Caterina Verbaro). I testi contenuti nel libro hanno avuto riconoscimenti prima della pubblicazione in raccolta: composti in tre case tra il 2007 e il 2010, alcune poesie, in una forma embrionale, sono nell’antologia Nodo sottile 5 (Le Lettere 2008); altri sono apparsi su AbsolutePoetry con una nota di Marco Simonelli (http://www.absolutepoetry.org/Michele-Porsia-da-Bianchi-girari); foglia e altre poesie vegetali sono arrivate al terzo posto nel premio Renato Giorgi 2010 (Le Voci della Luna). Uno dei tre movimenti de l’amore dissepolto è stato pubblicato nell’antologia Subway 2010 e distribuito nel sottosuolo di Milano, Bologna, Napoli, Venezia, Roma, Palermo e Treviso, in metropolitana. Una selezione di testi con una nota di Anna Ruotolo è stata pubblicata nell’ottobre del 2010 sul sito dei Giovin/astri di Kolibris e poi riportata nel luglio 2011 su Spazio Poesia.2

(http://giovinastridikolibris.wordpress.com/2010/10/27/michele-porsia-da-bianchi-girari/). La silloge, quasi quasi così com’è, è stata segnalata nel premio Lorenzo Montano 2010 (Anterem) (http://giulioperroneditore.it/node/700).

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