particolare: il costruttore, pittore e geniale architetto di origine italiana: Jan Blažej Santini Aichel.
Primo di tre figli del maestro scalpellino Santin Aichel che fu uno tra i maggiori esperti del suo mestiere nella Boemia dell’epoca, J.B. Santini apparteneva alla terza generazione di una famiglia di origine italiana stabilitasi definitivamente a Praga. Suo nonno Antonio Rogure detto “Aichel”, arrivato a Praga negli anni Trenta del XVII secolo probabilmente dal Trentino, lavorava come muratore nella cerchia del famoso Carlo Lurago, architetto dei Gesuiti e progettista della Chiesa di S. Ignazio nella Città Nuova di Praga.
Jan Blažej nacque il 3 febbraio del 1677 nel quartiere di Hradčany e sin da bambino rimase affascinato dalla bellezza e dalla maestosità della Cattedrale gotica di San Vito, nei pressi della quale lavorava suo padre. A causa di una leggera malformazione fisica che lo rese claudicante, il giovane Jan Blažej non poté intraprendere la carriera di suo padre e, grazie alle conoscenze paterne, svolse il suo apprendistato sotto la guida di Jean Baptiste Mathey, uno tra i più importanti architetti dell’Europa dell’epoca, dimostrando subito notevoli capacità intellettuali tra cui una profonda immaginazione artistica che gli permise di apprendere alla perfezione i principi di geometria applicata necessari all’arte del costruire. Oltre agli studi di architettura, il giovane Santini studiò anche pittura probabilmente nella bottega del pittore imperiale Kristian Schroeder. Dopo il suo periodo di apprendistato e alla fine dei suoi studi, intorno al 1695, Santini viaggiò per vari paesi europei tra cui l’Italia con lo scopo di completare e approfondire le conoscenze acquisite e nel corso di questi viaggi ebbe la possibilità di incontrare i più grandi maestri dell’epoca grazie alle lettere di raccomandazione di cui era stato provvisto dai suoi protettori. Nel corso di questi viaggi l’architetto acquisì nuove conoscenze ed entrò in contatto con tutte le principali espressioni del barocco europeo studiandone a fonde le sfumature. In Italia, tra le altre, ammira soprattutto le opere di Francesco Borromini e Guarino Guarini che giocheranno un ruolo fondamentale nello sviluppo dello stile architettonico personale di Santini.
Tornato a Praga nel 1699, Santini insieme a suo fratello crea una propria impresa che gli procurerà subito importanti commissioni e fortuna economica. Compra due case ai numeri 14 e 16 nell’attuale Via Nerudova ed è già molto apprezzato come architetto. Nel 1707 sposa Veronika Alžběta figlia del suo maestro di pittura Kristian Schroeder. Con lei ebbe quattro figli: tre maschi e una femmina, ma i figli maschi morirono tutti e così anche la sua giovane moglie. Grazie al suo secondo matrimonio con una donna di famiglia nobile: Antonie Ignatie Chrapicka, Santini aumentò il suo prestigio e le commissioni a lui affidate ed ebbe dalla nuova moglie altri figli. Nel 1703 gli venne affidata la ricostruzione della Chiesa della Vergine Maria e San Giovanni Battista di Kutna Hora. Santini trasformò in stile neogotico-barocco la struttura originale aggiungendo degli absidi e facendo di questo edificio il primo in Boemia ad essere caratterizzato da questo stile originale. Tra le sue opere principali, oltre cento tra ricostruzioni e nuovi edifici, ricordiamo: la Cappella di S. Anna a Panenské Břežany (1705-1707), la ricostruzione del Monastero di Plasy (1711–1723), la Cappella di S. Adalberto a Ostrov u Stříbra (1720 c.a) e la sua opera principale: il Santuario di S. Giovanni Nepomuceno a Zelená Hora presso Žďár nad Sázavou (1719-1722); una costruzione pentagonale a forma di stella a cinque punte circondata da un colonnato. Alcune di queste opere sono state dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Come molti studiosi dell’architetto hanno sottolineato, Santini rappresenta il prodotto finale della grande tradizione architettonica che gli italiani introdussero nelle Terre Ceche. Nella sua genialità, egli, è stato capace di fondere in uno stile personale e originale il frutto dello scambio culturale tra la tradizione mediterranea e quella ceca, unite in una sintesi creativa degli elementi caratteristici di ciascuna. Nel 1996 l’asteroide 37699 Santini-Aichl è stato chiamato così in suo onore e oggi, a Praga, risulta esistere anche una loggia massonica di lingua italiana intitolata al geniale architetto.