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Ipnosi e medicina, nuove frontiere di una tecnica antica. Intervista al Dott. Giancarlo Russo

5Giancarlo Russo è un fisioterapista specializzato nel trattamento dei disordini neurologici e del movimento. Allievo diretto del prof. Karel Lewit e ipnologo certificato, Russo è stato il primo fisioterapista in Italia a proporre ai suoi colleghi corsi di ipnosi e di gestione del dolore con l’ipnosi. Alterna la sua attività clinica a quella di docenza internazionale.
Cafeboheme.cz, lo ha incontrato per fargli qualche domanda su questo interessante tema.

CB. Dottor Russo come spiegherebbe a chi non sa nulla sull’argomento in cosa consiste l’ipnosi e su quali principi di basa?

GR. È abbastanza frequente che le persone, una volta venuti a conoscenza della mia attività di ipnotista, mi chiedano in cosa consiste in realtà l’ipnosi.
Generalmente rispondo sottolineando che l’ipnosi altro non è se non un normale funzionamento del nostro sistema nervoso, se vogliamo addirittura un “quarto stato” (insieme a veglia, sonno e sogno), che spesso durante la giornata sperimentiamo spontaneamente, ad esempio quando siamo in treno e guardiamo fuori dal finestrino perdendoci nei nostri pensieri o quando ad esempio guidando verso casa, lungo una strada che conosciamo a memoria, ci rendiamo conto di avere guidato quasi in uno stato di “pilota automatico” quasi senza che ce ne rendessimo conto.
Aggiungo che in genere questo stato, se opportunamente stimolato, è capace di produrre cambiamenti stabili e duraturi nel paziente, cambiamenti sia psichici che fisici.
Esistono diverse teorie per cercare di spiegarne i principi: si va da teorie di calibro psicologico, che vedono il fenomeno come una sorta di transfert che attiva un rapporto edipico, a teorie di calibro neurofisiologico che studiano i rapporti neurali alla base dell’ipnosi, per finire con teorie di aspetto neuropsicologico che mettono invece in relazione dinamicamente le due precedenti teorie.

CB. Tra la fine del XIX sec e gli inizi del XX, l’ipnosi era praticata con frequenza nei gabinetti scientifici di alcuni medici, tra i quali il maestro di S. Freud Charcot. Lo stesso Freud, però, ad un certo punto prese le distanze da questa tecnica per la cura di alcune psicopatologie. Oggi, invece, l’ipnosi è tornata in auge anche, e soprattutto, in campo medico. Secondo Lei, in quali casi e/o in quali patologie, a livello medico, l’ipnosi è particolarmente indicata, e fino a che punto è efficace?

Ci tengo particolarmente a rispondere a questa domanda, essendo la diffusione della tecnica ipnotica un obiettivo che mi sta molto a cuore.
Preferisco, nel rispondere, fare riferimento alla letteratura scientifica attuale a disposizione che riconosce come campi di applicazione terapeutica dell’ipnosi i seguenti:
– terapia del dolore acuto e cronico
– alcune malattie cardiovascolari (ad es. ipertensione essenziale)
– asma
– riabilitazione post traumatica
– disturbi gastrointestinali (ad es. sindrome del colon irritabile)
– ginecologia
– disfunzioni di calibro sessuale
– dermatologia
– ustioni
– obesità e disordini endocrini
– ostetricia
– odontoiatria
– dipendenze
– psichiatria, psicologia clinica e psicoterapia (insonnia, fobie, attacchi di panico, disturbo di ansia generalizzato, disturbo da stress post traumatico ecc.)
– pediatria
– emergenze chirurgia
– oncologia

L’efficacia che si ottiene su molti disturbi va dalla risoluzione completa del sintomo alla sua modulazione, le variabili che intervengono sono, come in tutte le terapia, alquanto soggettive.

CB. Tutti i soggetti possono essere ipnotizzati, oppure ci sono dei casi limite? Esistono effetti collaterali legati a questa pratica?

Per ottenere l’ipnosi “a contratto” cioè quella formula che vede un ipnotista ed un ipnotizzato serve il “rapport”.
Il rapport è una relazione basata sulla fiducia reciproca che permette lo sviluppo dello stato ipnotico.
Con alcune categorie è alquanto complicato stabilirlo e mi riferisco ai bambini sotto i 4 anni, agli psicotici che vivono nel loro mondo, alle persone sotto l’effetto di stupefacenti e ai paranoici.
Alle volte anche con le persone che sono piene di pregiudizi potrebbe risultare complicato stabilire il rapport, per cui si rende necessario un colloquio introduttivo teso a rimuovere alcuni luoghi comuni negativi.

In merito agli effetti collaterali fino ad ora in letteratura e nella pratica clinica non ne è stato riportato alcuno.
L’ipnosi non dà dipendenza e non dà effetti collaterali.
L’ipnosi, effettuata da personale competente ed addestrato, è sicura ed efficace.

CB. Quanto dura mediamente una seduta di ipnosi?

La durata di una seduta di ipnosi è in genere parametrata all’obiettivo che ci si prefigge. Generalmente si parla di una quarantina di minuti, tra induzione, suggestioni e de – ipnotizzazione.

CB. In stato ipnotico, quali sono le caratteristiche del soggetto ipnotizzato e le differenze a livello cerebrale rispetto ad un normale stato di veglia?

Durante l’ipnosi nel soggetto si sviluppa un forte stato di concentrazione caratterizzato da:
a) assenza di sforzo, con il soggetto che lascia che tutto accada senza forzature,
b) monoideismo con la mente impegnata su di una idea predominante,
c) un forte coinvolgimento (assorbimento) che porta la persona ad avere stati di trance profondi.
In trance si possono rilevare dei cambiamenti organici così rilevanti da far crollare ogni ipotesi di simulazione o di placebo.
Pensa alla chirurgia eseguita con anestesia ipnotica, ad esempio.
Come segni esteriori noi ipnotisti notiamo alcuni indizi che ci fanno propendere per la presenza dello stato di trance quando vediamo:
– muscoli facciali rilassati
– muscoli di spalle e estensori del collo rilassati
– testa piegata in avanti
– respiro lento e regolare
– “flutter” palpebrale
– alle volte, se il soggetto è ad occhi aperti, globi oculari ruotati in su
– moti REM degli occhi sotto alle palpebre se il soggetto è ad occhi chiusi.

Durante lo stato di veglia l’EEG indica forte presenza di onde Beta (15 hz), ma con l’induzione ipnotica aumentano le onde Alfa (10 hz) con differente distribuzione.
In relazione alle modificazioni cerebrali gli studi condotti con EEG hanno mostrato un’asimmetria del ritmo Alfa nei due emisferi cerebrali in stato di ipnosi opposta a quella registrata in stato di veglia, con onde Alfa predominanti nell’emisfero sinistro (in condizioni di relativo riposo) e ampiezza minore nell’emisfero destro (in rapporto alla sua maggiore attività).
La PET dimostra che in ipnosi l’eccitazione corticale diminuisce e può estendersi fino al livello spinale.
Esistono ulteriori correlati interessanti relativi alla suscettibilità ipnotica ed aumento di onde Theta.

CB. Sull’ipnosi si è detto e scritto tanto, ciononostante aleggia intorno a questo argomento ancora molto mistero e anche qualche pregiudizio. Quali sono i miti da sfatare?

Come giustamente affermato, sull’ipnosi si è scritto davvero tanto soprattutto in ambito medico-scientifico, ma nonostante questo ancora sopravvivono alcuni pregiudizi, molti legati ad alcuni stereotipi hollywoodiani che vogliono l’ipnosi come una tecnica di dominanza cerebrale, come una specie di lotta di cervelli, insomma, dove uno dei due soccombe alla forza psichica dell’altro.
Niente di più lontano dalla realtà, come precedentemente detto per ipnotizzare serve un rapporto di fiducia tra operatore e paziente, senza del quale non si ottiene niente.
I pregiudizi più comuni che mi trovo a sfatare spesso nella mia pratica clinica, tutti privi di fondamento sono:
– nessuno riesce ad ipnotizzarmi
– e se non mi sveglio?
– e se rivelo qualche segreto?
– e se perdo il controllo?
– e se divento dipendente?
E, non ultimo, tra i pregiudizi:
– e se mentre sono in ipnosi l’ipnotizzatore muore io resterò in questo stato per tutta la vita?

Tranquilli, ognuno di questi pregiudizi è assolutamente privo di fondamento, niente di quanto scritto sopra si potrà mai verificare. Garantito!

CB In cosa consiste l’ipnosi regressiva, di cui tanto si parla?

Esistono due modi di intendere questa parola “regressiva”.
Da una parte esiste una corrente interpretativa che afferma sia possibile risalire, attraverso trance ipnotica, al ricordo di vite passate. L’organizzazione di cui sono membro però non considera questo approccio scientifico e, qualora fosse necessario usarlo, il materiale emerso verrebbe valutato come schermo protettivo per esaminare a debita distanza traumi e vissuto del paziente, considerando il ricordo emerso come materiale proveniente dalle strutture inconsce profonde.

D’altra parte esiste la regressione ipnotica d’età vera e propria che, insieme al far ricordare al paziente qualche avvenimento legato al passato, può arrivare alla “rivivificazione” e cioè al far rivivere al paziente una esperienza passata come se la esperisse nell’attimo presente.
Questo consente al paziente di verbalizzare e condividere ricordi e stati emozionali che non era mai riusciti ad esprimere.

CB Parlando di effetti dell’ipnosi, quanto sono duraturi i risultati conseguiti dai pazienti in seguito a questa pratica?

La risposta a questa domanda impone la considerazione di alcune variabili.
Perché il paziente ha bisogno di ipnosi?
Qual è il suo problema?
Da quanto va avanti?
Cosa è disposto a fare per risolverlo?
In ogni caso, sia nella letteratura a disposizione, sia nella mia esperienza, la durata dei benefici ottenuti dal trattamento è alquanto elevata arrivando spesso, se le indicazioni sono ottimali, alla risoluzione completa del problema.
Ne approfitto per ricordare che l’ipnosi è in grado di agire sul sintomo in maniera estremamente incisiva ed alle volte anche sulle cause del problema e che, vedendo il paziente protagonista della terapia, mi piace definire l’ipnosi come un’auto-terapia, dove il paziente e la sua capacità immaginativa giocano il ruolo principale.

CB Quale è il confine tra verità scientifica e ciarlataneria quando si parla di capacità e potenzialità dell’ipnosi?

Esistono degli argomenti controversi che brevemente elencherò:
– limiti fisiologici: con l’ipnosi è possibile controllare il dolore, controllare emorragie, partorire senza dolore, subire estrazioni dentarie. Sorge spontanea la domanda: “fino a dove arrivano i nostri limiti?”
– es: in ipnosi ci sono fenomeni spiegabili solo con l’ipotesi di una straordinaria sensibilità, come ad esempio fenomeni di anticipazione e di percezione aumentata extrasensoriale.
– Placebo o non placebo: l’ipnosi, e questo è scientificamente provato, differisce dal placebo in maniera netta e chiara.

La risposta che mi sento di fornire in maniera decisa e chiara è che l’ipnosi non dona capacità che non esistono.

CB Nel corso di uno stato ipnotico, può una persona dire o fare qualcosa che in un normale stato di veglia non direbbe o farebbe a causa della censura derivante dall’educazione e dalle convenzioni sociali?

Assolutamente no.
Chi è capace di intendere e di volere è in grado di rifiutare qualsiasi suggestione ipnotica.
Anzi, di rifiutare anche un approccio non conforme ai propri valori.
Questo succede anche ai principianti, ad inizio carriera, quando per colpa di una verbalizzazione errata provocano l’uscita pre tempo del paziente dallo stato di trance.
Per questo nei miei corsi insegno ai miei studenti un corretto uso della terminologia ipnotica avendo estrema cura delle parole da utilizzare per non vanificare il lavoro prodotto.
Consideriamo inoltre che, anche se in trance, il paziente è sempre presente e vigile a tutto ciò che accade intorno a lui.
Se durante la seduta, per assurdo, scoppiasse un incendio il paziente sarebbe il primo ad accorgersene (trovandosi in uno stato di aumentata recettività) e a scappar via.
Addirittura E. Hilgard, noto psicologo e grande ricercatore in ipnosi della Stanford University, dimostrò l’esistenza di un registratore interno della mente (“hidden observer”) che assicura che un paziente, anche se in anestesia farmacologica, continua a registrare gli eventi ambientali intorno a lui.
Questo ci fa anche capire, ad esempio, che quando un paziente è sdraiato sul lettino operatorio e in anestesia totale, la sua mente continua a registrare quanto accade ed un commento negativo o positivo da parte di un chirurgo durante l’intervento è in grado di avere effetti nefasti o benefici sul recupero post operatorio.
L’ipnosi è del tutto innocua e priva di rischi ma, come tutte le cose, va effettuata da personale esperto ed addestrato a gestire la situazione.

Nel ringraziare Cafè Boheme per la gentile intervista invito i lettori alla Conferenza Introduttiva sull’Ipnosi Medico Scientifica prevista per il giorno 8 ottobre a Praga presso l’Istituto Italiano di Cultura, alle ore 18:00.

Di: Serena Michelin e Mauro Ruggiero

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