Site icon Café Boheme

“Il dentifricio di Lukaš Taxil”. Racconto breve di ordinario complottismo.

Prima di andare a letto, Lukaš Taxil, non lavava più i denti con il dentifricio da quando una sera, navigando sul web, aveva scoperto casualmente su un sito di attivisti anonimi che le case farmaceutiche aumentano oltremodo nella pasta dentale il contenuto di fluoro, elemento chimico che, come aveva appreso, “se assunto in eccesso può essere altamente nocivo per la salute dell’essere umano”.

 

“È stato provato da scienziati di fama internazionale -aveva letto su internet- docenti presso prestigiose università americane, che il fluoro contenuto nei dentifrici è un pericoloso neurotossico dello sviluppo che in quantità eccessive è causa di effetti negativi sul sistema nervoso centrale, provocando gravi alterazioni comportamentali e preoccupanti deficit cognitivi negli individui”.

Ma allora –pensò Taxil- se illustri scienziati di importanti università americane hanno lanciato l’allarme sulla pericolosità dei dentifrici al fluoro, perché le case farmaceutiche, pur essendo a conoscenza di ciò, continuano a vendere questi prodotti per l’igiene orale?

La domanda risuonò senza risposta per un certo periodo di tempo nella mente di Lukaš Taxil, ma poi, dopo aver elaborato e incrociato nuove informazioni reperite qua e là sul web, fu certo di aver risolto questo mistero e gli si parò davanti l’inatteso e agghiacciante volto nudo della verità: i padroni occulti delle multinazionali farmaceutiche sono i massoni del temibile Nuovo Ordine Mondiale il cui scopo, fluorando eccessivamente i dentifrici, è quello di assicurarsi milioni di futuri malati costretti ad acquistare medicine a vita, aumentando così esponenzialmente i guadagni di queste società senza scrupoli. Un piano – pensò Taxil – davvero diabolico!

Lukaš sentì dentro di sé una profonda indignazione per quanto scoperto ma, al tempo stesso, si sentiva un privilegiato per essere venuto a conoscenza di questa incredibile verità, celata ai più, che lo elevava per consapevolezza sopra la massa dei cittadini ignari, vittime dei complotti e del potere occulto della massoneria del Nuovo Ordine Mondiale.

Per un attimo Taxil pensò a Orwell e a quanto profetiche fossero state le sue opere; a Matrix e al significato profondo di questo film che – come aveva scoperto- altro non era se non un messaggio che qualche anima pia, ma soprattutto bene informata, aveva voluto dare alle persone “sveglie” e capaci di comprendere, per metterle in guardia dagli inganni e dai pericoli del sistema in cui viviamo governato dagli Illuminati.

Seriamente preoccupato da queste nuove informazioni acquisite, Lukaš Taxil aveva iniziato a cercare metodi alternativi per la sua igiene dentale quotidiana.

Ebbe allora un’idea tanto semplice quanto geniale: da quel giorno avrebbe acquistato solamente dentifrici senza fluoro.

Ma la cosa si rivelò meno semplice del previsto. Girò in lungo e in largo per la città visitando vari supermercati e analizzando decine e decine di scatole di dentifricio, eppure, con sua grande sorpresa, tutti contenevano fluoro!

Decise allora di recarsi in farmacia ma, incredibilmente, anche lì trovò soltanto paste dentali con all’interno questa sostanza, solo più care di quelle in vendita nei supermercati.

L’impossibilità di trovare in circolazione dentifrici senza fluoro lo convinse ancora di più che tutto quanto aveva letto sul web fosse vero. Si trattava chiaramente di un complotto molto ben architettato e su larga scala, ordito dalle multinazionali farmaceutiche massoniche che hanno il monopolio dei dentifrici. L’ignaro cittadino può scegliere la marca, farsi prendere in giro dalle proprietà di questo o di quell’altro prodotto, lasciarsi influenzare dal gusto o dal colore della confezione più o meno attraente… ma alla fine tutti contengono il temibile fluoro, vero e proprio flagello silenzioso di quest’epoca al quale è impossibile sfuggire. Ogni singolo tubetto delle centinaia di migliaia ben ordinati sugli scaffali dei supermercati, delle drogherie, delle farmacie… è preparato per un fine specifico e terribile, non lasciando nessuna via di scampo agli ignari consumatori.

Questo pensò Taxil in preda al più profondo sconforto.

Ma Lukaš non si arrese, e in seguito ad altre ricerche sul web si recò in uno di quei negozi che vendono solo prodotti naturali e a “impatto zero”: un’erboristeria dall’altra parte della città gestita da una ragazza dai capelli biondo pallido e vestita all’orientale che sedeva imbambolata dietro al bancone in uno stato semi catatonico perenne. Ma i suoi sforzi furono finalmente premiati e qui acquistò ben quattro scatole di dentifricio alla salvia senza fluoro! L’uomo si sentì allora particolarmente soddisfatto e orgoglioso di far parte di quella minoranza di persone “sveglie” non più vittime del sistema. Certo, stava pagando a caro prezzo il suo uscire dal gregge, la sua intelligenza e quell’essere più “sveglio” degli altri, perché, come una volta disse uno scrittore che Taxil amava molto citare: “La verità rende liberi, ma prima di tutto infelici”.

Ma la sua fu una vittoria di Pirro. Dopo tanto tempo che non usava più dentifrici, fece appena in tempo a lavarsi una sola volta i denti con il prodotto alla salvia senza fluoro, che in modo del tutto inaspettato fece un’altra terrificante scoperta.

Bisogna sapere che da tempo Taxil faceva parte di un gruppo Facebook segreto: “Gli svegliati” composto da una decina di persone tutte impegnate a contrastare, ciascuno a suo modo, il potere del Nuovo Ordine Mondiale mediante la ricerca, ovviamente sul web, e lo scambio di informazioni tra i membri del gruppo, utili a smascherare i malefici e occulti piani della massoneria e degli Illuminati.

Ebbene, quella stessa sera, ancora con l’alito profumato di salvia, Taxil lesse nel gruppo degli “Svegliati” il post di un assiduo e molto attivo internauta frequentatore della comunità virtuale di complottisti: un editore che aveva messo il suo mestiere al servizio della nobile causa e che pubblicava, supportato a suo dire: “da studi scientifici e prove incontrovertibili”, libri volti ad informare le persone e a combattere il Nuovo Ordine Mondiale e tutti i suoi piani segreti, diventando così il punto di riferimento editoriale dei complottisti dell’intero Paese. Nel post in cui pubblicizzava il suo nuovo libro, lo stampatore informava tutti i membri della compagnia virtuale sulle sostanze pericolose per l’essere umano impiegate normalmente nei prodotti di uso quotidiano per l’igiene personale. Taxil scoprì allora che anche questi innocui dentifrici alla salvia senza fluoro, in realtà contengono sostanze ancora più pericolose dell’elemento chimico con simbolo F e numero atomico 9. Sostanze, ad esempio, come il Sodium Laureth Sulfate o, più semplicemente, SLS; una vera e propria tromba dell’apocalisse perché l’SLS non è solo presente nei dentifrici alla salvia, ma praticamente in tutti i prodotti usati per l’igiene personale presenti sul mercato. Dallo shampoo al bagnoschiuma, dai colluttori al balsamo per capelli, dai saponi per l’igiene intima al dopobarba… la sostanza assassina è praticamente onnipresente. Il post dell’editore sul SLS fu subito confermato da altri membri del gruppo: un ingegnere esperto di sostanze tossiche aveva aggiunto ulteriori e agghiaccianti particolari su quel maledetto composto; un altro membro: un’attivista politica di estrema sinistra diceva che la colpa era certamente dei partiti nazionalisti e sionisti internazionali finanziati dal Nuovo Ordine Mondiale giudaico-massonico, senza parlare, poi, di un altro membro molto attivo: un giornalista freelance votato interamente alla causa complottista che postava ogni giorno “prove incontrovertibili” sul fatto che dietro agli Illuminati ci sarebbero addirittura potenze aliene interessate alla distruzione del genere umano e alla conquista dell’intero pianeta.

Ormai molto ben informato sui pericoli nascosti negli apparenti innocui prodotti della famiglia di saponi e affini, e abbandonati da tempo tutti i ritrovati disponibili sul mercato per la cura dell’igiene personale, Lukaš Taxil trovò su un sito di colleghi attivisti anonimi per “l’evoluzione e la liberazione dell’essere umano” che si battevano da anni sul web per portare all’attenzione generale il fenomeno delle temibili scie chimiche, una salutare alternativa ai dentifrici e ai saponi tossici: il bicarbonato di sodio.

Finalmente felice e rincuorato per questa inattesa scoperta, si precipitò a comprarne vari chili che usò per un certo periodo di tempo per lavarsi il cavo orale e tutto il corpo, sostituendolo al sapone, finché l’uso errato di questa sostanza dovuto a una scarsa diluizione in acqua del prodotto, non gli causò alcune ustioni superficiali alla mucosa orale, danni qua e là all’epidermide e un serio problema di sanguinamento delle gengive che lo convinsero che sarebbe stato meglio, e di certo più naturale, continuare a lavarsi i denti e il corpo solo con semplice acqua corrente.

E così, non usando più nessun tipo di sapone e affine, Taxil credette di aver risolto finalmente ogni problema, e di essersi messo in salvo una volta per tutte dalle grinfie dei massoni del New World Order che controllano i governi e le case farmaceutiche e il cui scopo è quello di rendere schiava e malata la popolazione del pianeta per accumulare immense fortune.

Una sera, però, sempre nella comunità virtuale degli “svegliati”, lesse un post pubblicato ancora una volta dal suo collega editore (che la sapeva sempre più lunga di tutti) che lo fece letteralmente saltare dalla sedia.

A contenere il suo più acerrimo nemico e tanto odiato fluoro, di cui credeva essersi ormai definitivamente liberato, era addirittura qualcosa che non si sarebbe aspettato mai: l’acqua potabile!

Taxil non poteva crederci e rimase immobile per alcuni minuti, incapace di generare qualsiasi tipo di pensiero, davanti allo schermo illuminato del pc nella sua stanza buia. L’acqua che esce dal rubinetto di casa, il luogo più sicuro del mondo, quell’acqua che ogni giorno miliardi di persone usano per lavarsi, per cucinare, per innaffiare le piante, ma soprattutto per soddisfare il loro naturale bisogno di idratarsi. Ebbene sì, anche quell’acqua, per qualche oscuro (ma ormai non per lui) piano delle case farmaceutiche in combutta con i governi corrotti dei politici burattini delle potenti società segrete; per un complotto ordito da questi esseri spregevoli, anche l’acqua potabile è saturata con fluoro e, dunque, a lungo andare altamente pericolosa.

In ore e ore trascorse a documentarsi ogni notte su internet in merito a questa nuova questione, Taxil scoprì così come era stato provato “da luminari della scienza che per garantire la loro incolumità avevano preferito rimanere anonimi e le cui pubblicazioni scientifiche erano state ritirate per volontà e dietro minaccia delle case farmaceutiche” che la presenza del fluoro nelle acque potabili è “certamente responsabile della diminuzione del tasso di fertilità negli esseri umani; dell’aumento delle fratture all’anca in persone oltre i 65 anni, dell’aumento del cancro nonché della inibizione o alterazione grave di certi enzimi importanti per il metabolismo, la crescita e la regolazione cellulare umane”.

 

Ma come mai nessuno aveva mai detto nulla prima, perché la stampa, la televisione e i mezzi di informazione non avevano mai parlato della questione? Perché la popolazione è tenuta all’oscuro di tutto? Lukaš vedeva sempre più chiaro, in tutte le sue terribili sfumature, il grande complotto ordito dagli esponenti occulti della massoneria del Nuovo Ordine Mondiale, a loro volta di certo controllati da potenze aliene ostili all’umanità.

Insomma, ormai sapeva abbastanza, forse anche troppo, tanto che cominciava a temere per la sua stessa vita. Era diventato certamente un individuo scomodo perché sapeva la verità, avrebbe potuto scrivere quello che aveva scoperto, fare attività e, quindi, sarebbe stato di certo considerato pericoloso per il sistema. Ma, al tempo stesso, questa terribile consapevolezza lo faceva sentire superiore alla massa delle pecore il cui destino è quello di essere tosate dai padroni del NWO e dagli alieni. Lui, Lukaš Taxil, era uno “svegliato”.

Un volta scoperto che anche l’acqua è molto dannosa per la salute, Taxil prese una decisione ancora più drastica: da quel momento in poi, non solo non si sarebbe più lavato i denti, neanche solo con l’acqua, ma soprattutto non ne avrebbe più bevuta né dal rubinetto né minerale contenuta nelle bottiglie perché, come aveva appresso, anche questa era altrettanto fluorata, se non addirittura maggiormente di quella che scorre nelle condutture cittadine. Cosa fare allora?

Dopo notti insonni ed estenuanti consultazioni virtuali con i suoi colleghi, si risolse dunque a bere soltanto succhi di frutta sfruttando l’acqua naturale contenuta nella frutta stessa.

A tal proposito acquistò un tecnologico e costosissimo estrattore; un elettrodomestico di fabbricazione olandese capace di aspirare tutto il liquido contenuto nella frutta per essere bevuto al momento.

Andò così avanti per mesi, finché il bere quotidianamente solo succhi di frutta ricchi di zuccheri naturali, combinato al non lavarsi più i denti ormai da molto tempo, fu causa di lancinanti dolori ai denti che, sebbene l’uomo cercò di ignorare per un certo tempo, raggiunsero presto un’intensità tale da costringerlo a prendere appuntamento con un dentista.

“Signor Taxil –esordì il medico con aria preoccupata, mentre ispezionava con attenzione e gli strumenti appositi la cavità orale dell’uomo- qui abbiamo un paio di carie che necessitano di un’azione urgente. Bisogna necessariamente intervenire sui tessuti duri del dente per evitare che la corrosione arrivi alla polpa dentale, ma questo non è l’unico problema. Riscontro inoltre formazioni preoccupanti di placca batterica dovuta a una scarsa igiene del cavo orale, pressoché ovunque e, ad aggravare il tutto, c’è una seria infiammazione delle gengive sia per quanto riguarda l’arcata superiore sia quella inferiore”.

Detto ciò il medico estrasse dalla bocca di Taxil, che se ne stava seduto sulla grande sedia bianca dello studio, il piccolo e freddo specchietto di acciaio inossidabile; si tolse per cambiarlo il guanto bianco di lattice e, aperto un cassetto, ne tirò fuori una siringa da preparare con del liquido anestetizzante. Taxil se ne stava immobile, quasi completamente disteso su quella sedia altamente tecnologica, con la bocca aperta e impossibilitato a parlare a causa dell’ aspiratore di plastica che si trovava tra i denti e la guancia e che risucchiava il prodotto delle sue ghiandole salivarie. L’uomo girò la faccia leggermente verso sinistra per evitare di guardare il medico mentre preparava la dose di lidocaina nella siringa e, in quel momento, si rese conto che sulla parete di fianco a lui, c’era il poster di una donna sorridente che mostrava fiera i suoi denti perfetti e bianchissimi, tenendo in mano un tubetto di denitrifico di colore rosso, della marca di quelli che, come aveva letto sul web, avevano il più alto contenuto in assoluto di fluoro.

Il medico lo invitò a rigirarsi, e appena Lukaš ebbe riportato il mento perpendicolare al plesso solare, il dottore inserì la siringa nella bocca malridotta dell’uomo e ne penetrò con l’ago la parte molle del palato inferiore.

Taxil sentì il bruciore dell’ago penetrargli la bocca ed espandersi nella zona appena sotto la lingua. “Ecco – disse il dentista soddisfatto- farà subito effetto, lei, adesso, non deve fare altro che rilassarsi e starsene qui seduto buono, buono”. Ciò detto, il medico si spostò leggermente scivolando all’indietro con la sua poltroncina fornita di piccole ruote sulla quale stava seduto, per scegliere la testina della giusta dimensione tra quelle pronte in un cassetto per essere applicate al trapano odontoiatrico. Così facendo si spostò dalla visuale di Taxil che con la bocca ormai quasi del tutto anestetizzata, emise un suono gutturale e sgranò gli occhi incredulo, mentre un brivido freddo gli percorse la schiena.

Appeso a quella parete, sul fondo dello studio medico, prima coperto dalla sagoma del dottore, c’era un piccolo quadretto con un’immagine che Lukaš conosceva molto bene: un triangolo equilatero di colore verde con delle linee che si irradiavano circolari come raggi di luce da un punto centrale nascosto dietro la figura geometrica, e il disegno di un grande occhio disumano spalancato nel centro del poligono che sembrava fissarlo attento e minaccioso.

 

Mauro Ruggiero

Exit mobile version