In uno scenario che vede l’Italia sempre più vittima delle pressanti dinamiche di una povertà che dilaga, tra le pareti degli Asili Notturni e di Piccolo Cosmo il suono sottile del termine “solidarietà” diventa sempre più rumoroso. Rumoroso come le tante voci e i tanti passi che quotidianamente solcano le mura di queste strutture e che appartengono a uomini e donne che si incontrano e si aggregano per lottare contro gli stessi nemici: la solitudine, l’infelicità, il disagio, la malattia, la perdita di identità. La
Qualche numero:
Nel 2013, grazie al contributo di oltre 150 volontari, sono stati offerti:
- 60.000 pasti caldi
- 8.000 notti ai senza fissa dimora
- 4.600 interventi sanitari dei quali oltre 4.100 prestazioni dentistiche ed oculistiche
- 1.000 persone sono state vestite
Maria Pia Fiorentino, direttrice della rivista L’Eterno Ulisse, ha intervistato Sergio Rosso, ex
Presidente, da quanto tempo si occupa degli Asili Notturni di Via Ormea, e perché ha scelto di occuparsene?
Nel gennaio del 1982 fui interpellato dal presidente di allora, Mario Ruberi, con il compito di aggregare risorse umane per rilanciare gli Asili Notturni dopo l’ordinanza di chiusura da parte dell’Assessorato alla Sanità. Tra i collaboratori che mi affiancarono con la loro efficiente opera di volontariato vi furono Giancarlo Rossi Gutierrez, Eugenio Pozzetti, Pier Francesco Milanese, Giuseppe Bertasso, Eugenio Fogliato, Eugenio Boccardo, Gianni Fissore, Nino Gioffredi, Santo De Luca e Osvaldo Cochis. Decidemmo di indire aste per raccogliere fondi e a queste rispose concretamente un gran numero di artisti che ci regalarono quadri e serigrafie. Tra questi: Gabriele Casorati, Giorgio Collauto, Francesco Maiolo, Giacomo Soffiantino e Umberto Mastroianni. Cene filantropiche e aste supportate anche dalle “Associazioni Antiquari e Orafi Torinesi” diedero risultati incoraggianti. Bussammo a tutte le porte, e, di lì a poco, banche, enti e associazioni non fecero mancare il loro tangibile apporto. In tempi davvero brevissimi riuscimmo ad ottenere risultati straordinari. Il primo dicembre 1983 fu inaugurata la nuova sede e da allora non ho più smesso di occuparmi di quella che oggi è diventata una attivissima Onlus.
Trent’anni fa, quindi, lei era già un giovanissimo massone; quali erano allora le sue aspettative?
Devo dire che per indole ho sempre avvertito il bisogno di conciliare la teoria con le azioni, e così, in fondo, mi è accaduto anche in Massoneria. Al mio ingresso – nel ’68 -, ero un giovanissimo imprenditore deciso a dare risposte ai mille interrogativi di ordine interiore che mi avevano spinto ad entrare in Loggia, e ho subito compreso che la Massoneria non si collocava al di fuori della Storia. Senza nulla voler togliere a chi preferisce un cammino contemplativo, per me fu subito chiaro che il lavoro svolto sotto la volta del Tempio doveva in qualche modo trasparire anche al di fuori, nel mio quotidiano e nel contesto in cui mi muovevo, forse è per questo che ho accolto con entusiasmo la proposta che mi venne fatta nell’82.
Come mai gli Asili Notturni hanno ampliato così tanto il loro raggio d’azione?
L’Ente Morale “Società per gli Asili Notturni Umberto I”, fondato nel 1886, della sua nascita ad oggi ha
In questi decenni, nel prenderci concretamente “cura del fratello che soffre”, abbiamo soprattutto compreso che il concetto di “cura” era ben più vasto del piatto caldo e del tetto di cui ci stavamo occupando e, per quanto imprescindibili, questi due aspetti implicavano tuttavia uno sguardo più ampio del soggetto a cui avevamo scelto di porgere una mano. È così che Gli Asili Notturni hanno dato vita, in questi ultimi anni, ad un inarrestabile processo finalizzato alla “cura” a tutto tondo degli individui in difficoltà che trovano risposta alla loro richiesta di attenzione e di aiuto anche per ciò che concerne la loro salute. Il lavoro della pietra grezza, svolto sotto la volta stellata del tempio, ci ha pertanto indotto ad operare fattivamente agli Asili Notturni e al Piccolo Cosmo.
La Massoneria, nel riproporre la centralità dell’uomo, ma soprattutto dei suoi diritti, non può ignorare, tra questi, il “diritto alla salute” e, pertanto, abbiamo scelto di mettere in pratica il concetto di Welfare no profit di cui tanto si parla in questi anni.
In che senso avete messo in pratica il Welfare?
Quali sono i servizi che attualmente mettete a disposizione per ciò che concerne la salute di coloro che si trovano in difficoltà?
Oltre al Dormitorio (1.000 ospiti all’anno), alla Mensa (100mila pasti all’anno), e al Piccolo Cosmo
3 Ambulatori Dentistici, interamente gratuiti, ritenuti i più operativi d’Italia, che solo nel 2012 hanno effettuato 3.500 interventi con oltre 400 protesi fisse e mobili; nel corso del presente anno prevediamo già di raggiungere, invece, 5.000 interventi con almeno 500 protesi.. Abbiamo inoltre avviato l’attività di ortodonzia per i pazienti in età pediatrica. L’intensa attività del gruppo di lavoro ha offerto risultati straordinari anche nella formazione, attraverso la realizzazione del Corso di “Elementi di assistenza alla poltrona odontoiatrica”, con la partnership del Comune di Torino, l’autorizzazione della Regione Piemonte ed il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino e dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani. Il Corso ha consentito di formare personale in grado di accogliere ed accompagnare il paziente odontoiatrico durante tutta la cura, offrendo supporto pratico-operativo e psicologico‐relazionale. Tra coloro che hanno concluso il corso, già un terzo ha trovato lavoro. Nel riprogettare il Welfare in un’impresa comune, infatti, non basta la tutela, l’assistenza e il sostegno per le fasce più deboli, è necessario, a nostro avviso, aggiungere attività sociali che puntino a dare autonomia e vita che presuppone la presenza del lavoro, punto più che mai debole in questo momento storico. Ecco perché agli Asili abbiamo istituito questo Corso, interamente gratuito che, non a caso, durante il 2013 ha avuto quasi 1000 richieste di iscrizione.
Infine ci stiamo prodigando per offrire cure odontoiatriche a pazienti diversamente abili.
Tra le attività e i servizi abbiamo inoltre dato vita ad ulteriori servizi orientati alla salute: l’Ambulatorio Oculistico che conta oltre 500 visite all’anno e 150 occhiali nuovi dove il paziente può scegliere la montatura fra 3 modelli.
l’Ambulatorio medico che continua ad essere un riferimento per la salute degli ospiti degli Asili Notturni e del Piccolo Cosmo e lavora per rendere concreto il rispetto alla salute che si deve avere per l’umanità.
Il Centro per la cura del disagio psichico il cui obiettivo ‐ attraverso l’ascolto qualificato e l’attenzione al vissuto della persona ‐ è quello di favorire la socializzazione dei problemi, ridurre l’isolamento, offrire la possibilità di condividere difficoltà e situazioni di stress e, soprattutto, limitare il rischio di strutturazione della patologia psichica.
Chi si rivolge a quest’ultimo Centro?
Il Centro per la cura del disagio psichico annovera, al momento, centinaia di assistiti.
Cosa vi prefiggete ancora, voi degli Asili Notturni e del Piccolo Cosmo?
L’aspetto che più ci preme è generare imitazione. L’imitazione è un’attitudine spiccata nell’uomo e quindi ci auguriamo di esercitare una grande influenza su coloro che ci circondano. Cerchiamo di essere un esempio sperando che questo possa essere seguito da molti altri. La Massoneria vuole essere un corpo dialogante con la Società; noi vogliamo contribuire al benessere sociale inteso in tutti i sensi. Vogliamo servire a potenziare il coraggio civico concretizzando la scelta etico-morale – che caratterizza il nostro “essere massoni” – ; una scelta fondata sulla solidarietà, sulla tolleranza, sulla fratellanza e sulla difesa della laicità e la tutela dei più deboli e indifesi. La Massoneria, e gli Asili Notturni di conseguenza, ripropongono, come già detto, la centralità dell’uomo, dei suoi valori dei suoi bisogni, dei suoi diritti, tenendo ben presente che sono le opere e non le parole a dare valore alla vita.
Avete ancora dei progetti da attuare in questa direzione?
che “le richieste di cure dentistiche al SSN sono aumentate del 20%, ma il Sistema non regge. Oggi 5 milioni di bambini fra i 5 e i 14 anni avrebbero bisogno di un apparecchio ortodontico. I 3.500 dentisti che operano nel pubblico, erogando 4 milioni di prestazioni l’anno, sono ormai al collasso”. Operando da anni, nel campo non potevamo non tener conto delle numerose richieste pervenute per i pazienti in età pediatrica; ecco perché già nel 2012 abbiamo scelto di rendere operativo l’obiettivo di implementare il numero di interventi riferiti a questa tipologia di utenza. È nato così il progetto “Bambini ri-denti” che si svilupperà nell’ambito dell’area metropolitana torinese (città di Torino e prima cintura) e che intende assicurare, gratuitamente, assistenza e cura odontoiatrica e ortodontica a bambini e ragazzi in condizione di difficoltà, laddove l’assistenza odontoiatrica presenta forti criticità in termini di disuguaglianza per ciò che concerne la prevenzione e la salute. L’obiettivo generale consiste proprio nell’offrire a questa fascia di popolazione la possibilità di accesso alle cure odontoiatriche per pazienti in età pediatrica, che rappresenta un fondamentale tassello nella salute dell’età evolutiva. L’aspetto preventivo ricopre un ruolo centrale in quanto una diagnosi precoce delle anomalie dentarie garantisce l’efficacia degli interventi e assicura il sano sviluppo dell’individuo. Il progetto mira, insieme alle altre iniziative, a migliorare la qualità di vita anche dei più piccoli, ai quali vorremmo almeno evitare che le difficoltà di questo momento storico possano, in futuro, togliere loro, per sempre, il sorriso.
L’intervista, di Maria Pia Fiorentino, realizzata nel 2013 è tratta da www.eternoulisse.it
http://www.piccolocosmo.it/