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Asili Notturni Umberto I di Torino. “Aprono la porta a chi le trova tutte chiuse”

asili1Gli Asili Notturni Umberto I di Torino sono una Associazione umanitaria nata nel 1886 da un gruppo di persone che, all’insegna del trinomio “Labor, Virtus, Caritas”, decisero di offrire, senza distinzione di nazionalità e religione, un ricovero notturno temporaneo a persone residenti in questa città, o di passaggio, sprovviste di mezzi. L’antico edificio, dopo la chiusura del 1981, è stato ristrutturato per adeguarlo alle attuali condizioni sociali, in quanto la nuova povertà non è più solamente contraddistinta dalla prevalente mancanza di pane, ma anche dalla carenza di strutture e di servizi. Oggi questa istituzione impegnata soprattutto, ma non solo, nell’assistenza dei senzatetto, è diventata la più importante realtà filantropica italiana impegnata su molti fronti e mossa dal fine di andare in soccorso di chi soffre.

In uno scenario che vede l’Italia sempre più vittima delle pressanti dinamiche di una povertà che dilaga, tra le pareti degli Asili Notturni e di Piccolo Cosmo il suono sottile del termine “solidarietà” diventa sempre più rumoroso. Rumoroso come le tante voci e i tanti passi che quotidianamente solcano le mura di queste strutture e che appartengono a uomini e donne che si incontrano e si aggregano per lottare contro gli stessi nemici: la solitudine, l’infelicità, il disagio, la malattia, la perdita di identità. La mancanza di denaro, la cosiddetta “povertà”, non è altro, infatti, che il grande involucro di tutte le fragilità umane appena elencate contro le quali, da anni, gli Asili Notturni intervengono concretamente, mettendo a punto un crescente programma operativo reso possibile grazie anche all’ausilio di risorse umane differenziate e qualificate professionalmente. In Italia i poveri sono in crescita. L’Istat rileva che il numero delle persone a rischio di povertà, o di esclusione sociale, è cresciuto nel nostro Paese dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011, e i dati nel 2013 – 2014 non sono stati migliori. Questi livelli sono significativamente superiori alla media europea. La variazione negativa del 3,3% è la più elevata registrata nei Paesi europei. I volontari degli Asili Notturni di Torino si occupano di arginare, per quanto possibile, le perdite a cui i meno fortunati sono quotidianamente soggetti. Perdite di un piatto caldo, di un tetto, ma anche perdita dei denti, della vista, della salute, della propria identità e, soprattutto, della propria silenziosa dignità. In un mondo abitato da 7 miliardi di persone, 3,5 miliardi dispongono di meno di 3 euro al giorno e 2 miliardi di poco più di 1 euro. Senza risorse economiche la povertà diventa fame; la povertà ci priva dell’istruzione, dei diritti, del lavoro; la povertà priva l’uomo della dignità. Quanto più osserviamo la vita che si svolge intorno a noi, tanto più ci rendiamo conto che troppi uomini sono privati del diritto di gestire la propria esistenza. Agli Asili Notturni oltre 200 volontari operano con spirito di solidarietà e fraternità, sorretti dal desiderio di lenire le sofferenze e i bisogni del prossimo.

Qualche numero:

Nel 2013, grazie al contributo di oltre 150 volontari, sono stati offerti:

Maria Pia Fiorentino, direttrice della rivista L’Eterno Ulisse, ha intervistato Sergio Rosso, ex imprenditore impegnato oggi a tempo pieno nel sociale, Presidente degli Asili Notturni torinesi che ricopre anche la carica di Gran Maestro Aggiunto e Onorario del Grande Oriente d’Italia, l’organizzazione massonica regolare più numerosa in Italia. Rosso è il volto filantropico della massoneria, quotidianamente impegnato, ormai da anni, a rendere migliore la vita di molte persone che soffrono. Con la sua opera, insieme a quella di molti volontari massoni e non, rappresenta un esempio concreto di quel legame indissolubile che unisce la Massoneria regolare con la pratica disinteressata della solidarietà, ma soprattutto incarna l’ideale dell’uomo che, avendo avuto molto, dona e aiuta i suoi simili perché convinto che la libertà più importante, al di là delle belle parole e della retorica, sia la libertà dal bisogno.

 

Presidente, da quanto tempo si occupa degli Asili Notturni di Via Ormea, e perché ha scelto di occuparsene?

 Nel gennaio del 1982 fui interpellato dal presidente di allora, Mario Ruberi, con il compito di aggregare risorse umane per rilanciare gli Asili Notturni dopo l’ordinanza di chiusura da parte dell’Assessorato alla Sanità. Tra i collaboratori che mi affiancarono con la loro efficiente opera di volontariato vi furono Giancarlo Rossi Gutierrez, Eugenio Pozzetti, Pier Francesco Milanese, Giuseppe Bertasso, Eugenio Fogliato, Eugenio Boccardo, Gianni Fissore, Nino Gioffredi, Santo De Luca e Osvaldo Cochis. Decidemmo di indire aste per raccogliere fondi e a queste rispose concretamente un gran numero di artisti che ci regalarono quadri e serigrafie. Tra questi: Gabriele Casorati, Giorgio Collauto, Francesco Maiolo, Giacomo Soffiantino e Umberto Mastroianni. Cene filantropiche e aste supportate anche dalle “Associazioni Antiquari e Orafi Torinesi” diedero risultati incoraggianti. Bussammo a tutte le porte, e, di lì a poco, banche, enti e associazioni non fecero mancare il loro tangibile apporto. In tempi davvero brevissimi riuscimmo ad ottenere risultati straordinari. Il primo dicembre 1983 fu inaugurata la nuova sede e da allora non ho più smesso di occuparmi di quella che oggi è diventata una attivissima Onlus.

Trent’anni fa, quindi, lei era già un giovanissimo massone; quali erano allora le sue aspettative?

 Devo dire che per indole ho sempre avvertito il bisogno di conciliare la teoria con le azioni, e così, in fondo, mi è accaduto anche in Massoneria. Al mio ingresso – nel ’68 -, ero un giovanissimo imprenditore deciso a dare risposte ai mille interrogativi di ordine interiore che mi avevano spinto ad entrare in Loggia, e ho subito compreso che la Massoneria non si collocava al di fuori della Storia. Senza nulla voler togliere a chi preferisce un cammino contemplativo, per me fu subito chiaro che il lavoro svolto sotto la volta del Tempio doveva in qualche modo trasparire anche al di fuori, nel mio quotidiano e nel contesto in cui mi muovevo, forse è per questo che ho accolto con entusiasmo la proposta che mi venne fatta nell’82.

Come mai gli Asili Notturni hanno ampliato così tanto il loro raggio d’azione?

 L’Ente Morale “Società per gli Asili Notturni Umberto I”, fondato nel 1886, della sua nascita ad oggi ha attraversato ben oltre un secolo di storia divenendo, soprattutto dalla fine del 1982 in poi, un privilegiato Osservatorio dei tanti volti dell’indigenza; un Osservatorio attraverso il quale abbiamo avuto modo di monitorare l’incalzare di una nuova povertà, tutta o quasi “italiana”, che ormai è balzata prepotentemente agli occhi di tutti, ma della quale noi avevamo già avuto chiaro sentore fin dai primi anni del duemila. Quello che quasi poeticamente era il clochard per scelta ora è quasi in via di estinzione e, insieme a lui, è in minoranza anche l’emarginato e barbone, un po’ alcolista e un po’ filosofo, o lo straniero, extracomunitario, sfortunato e senza tetto. Crescono invece a dismisura “i nuovi poveri”, con i loro bisogni e la loro dignitosa sofferenza.

In questi decenni, nel prenderci concretamente “cura del fratello che soffre”, abbiamo soprattutto compreso che il concetto di “cura” era ben più vasto del piatto caldo e del tetto di cui ci stavamo occupando e, per quanto imprescindibili, questi due aspetti implicavano tuttavia uno sguardo più ampio del soggetto a cui avevamo scelto di porgere una mano. È così che Gli Asili Notturni hanno dato vita, in questi ultimi anni, ad un inarrestabile processo finalizzato alla “cura” a tutto tondo degli individui in difficoltà che trovano risposta alla loro richiesta di attenzione e di aiuto anche per ciò che concerne la loro salute. Il lavoro della pietra grezza, svolto sotto la volta stellata del tempio, ci ha pertanto indotto ad operare fattivamente agli Asili Notturni e al Piccolo Cosmo.

La Massoneria, nel riproporre la centralità dell’uomo, ma soprattutto dei suoi diritti, non può ignorare, tra questi, il “diritto alla salute” e, pertanto, abbiamo scelto di mettere in pratica il concetto di Welfare no profit di cui tanto si parla in questi anni.

In che senso avete messo in pratica il Welfare?

 Nel tentativo reale di “unire le parole ai fatti” e nel mettere in pratica la solidarietà che è nel Dna dei liberi Muratori, noi agli Asili Notturni lavoriamo al fine di ridare dignità e speranza a chi l’ha persa, proprio perché dove muore la speranza l’uomo non ha più la forza di reagire alle avversità della vita. Nei servizi sociali che provengono dal privato abbiamo avuto modo di coordinare le opportunità offerte dal cosiddetto ‘Secondo Welfare’ (realizzate cioè da soggetti privati: imprese, fondazioni, associazioni, enti del terzo settore; un welfare privato che non si sostituisce allo stato sociale ma ne integra i servizi cercando un “incastro virtuoso”.). Welfare che va inteso, quindi, come un fattore propulsivo del nostro sistema economico e sociale. Il Welfare erogato unicamente dallo stato sociale o locale non regge più. In tal senso, a maggio a Torino, gli Asili Notturni Umberto I hanno partecipato al Convegno “Riprogettare il Welfare”, condotto da Chiamparino, Fassino, Fornero e Paolo Onofri; quest’ultimo, peraltro, già nel ’98 metteva in guardia dagli squilibri della spesa sociale italiana, enorme sul fronte delle pensioni e del tutto inadeguata per la tutela dei più deboli. In tale ottica il “volontariato” assume un aspetto prioritario: donare un po’ del nostro tempo per ‘ricostruire’ assume risvolti ben più ampi di quanto si possa immaginare. Agli Asili Notturni portiamo avanti un programma che rispetti i diritti di tutti e non per i privilegi di pochi. Risorse, Oculatezza, Imprenditorialità e Volontariato qualificato, in armonia con le strutture pubbliche, sono i punti di forza che ci consentono di ottenere risultati straordinari soprattutto per ciò che concerne i costi. Ad esempio, il costo che affrontiamo per un pasto è di 0,85 euro, il costo letto è di 5,00 euro, il costo reale per 20 cure dentistiche + 1 protesi è di 280,00 Euro (contro i 1.500,00 euro di “solo ticket” previsti della struttura pubblica) e così via. Tutto questo ovviamente ci consente di erogare i nostri servizi a titolo completamente gratuito.

Quali sono i servizi che attualmente mettete a disposizione per ciò che concerne la salute di coloro che si trovano in difficoltà?

 Oltre al Dormitorio (1.000 ospiti all’anno), alla Mensa (100mila pasti all’anno), e al Piccolo Cosmo ‐ considerato la più grande struttura interamente gratuita d’Italia nelle due sedi ‐ che dispone di 32 mini appartamenti, ed offre accoglienza ai malati e ai familiari che provengono da ogni parte d’Italia per le cure negli ospedali torinesi, attualmente sono attivi:

3 Ambulatori Dentistici, interamente gratuiti, ritenuti i più operativi d’Italia, che solo nel 2012 hanno effettuato 3.500 interventi con oltre 400 protesi fisse e mobili; nel corso del presente anno prevediamo già di raggiungere, invece, 5.000 interventi con almeno 500 protesi.. Abbiamo inoltre avviato l’attività di ortodonzia per i pazienti in età pediatrica. L’intensa attività del gruppo di lavoro ha offerto risultati straordinari anche nella formazione, attraverso la realizzazione del Corso di “Elementi di assistenza alla poltrona odontoiatrica”, con la partnership del Comune di Torino, l’autorizzazione della Regione Piemonte ed il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino e dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani. Il Corso ha consentito di formare personale in grado di accogliere ed accompagnare il paziente odontoiatrico durante tutta la cura, offrendo supporto pratico-operativo e psicologico‐relazionale. Tra coloro che hanno concluso il corso, già un terzo ha trovato lavoro. Nel riprogettare il Welfare in un’impresa comune, infatti, non basta la tutela, l’assistenza e il sostegno per le fasce più deboli, è necessario, a nostro avviso, aggiungere attività sociali che puntino a dare autonomia e vita che presuppone la presenza del lavoro, punto più che mai debole in questo momento storico. Ecco perché agli Asili abbiamo istituito questo Corso, interamente gratuito che, non a caso, durante il 2013 ha avuto quasi 1000 richieste di iscrizione.

Infine ci stiamo prodigando per offrire cure odontoiatriche a pazienti diversamente abili.

Tra le attività e i servizi abbiamo inoltre dato vita ad ulteriori servizi orientati alla salute: l’Ambulatorio Oculistico che conta oltre 500 visite all’anno e 150 occhiali nuovi dove il paziente può scegliere la montatura fra 3 modelli.

l’Ambulatorio medico che continua ad essere un riferimento per la salute degli ospiti degli Asili Notturni e del Piccolo Cosmo e lavora per rendere concreto il rispetto alla salute che si deve avere per l’umanità.

Il Centro per la cura del disagio psichico il cui obiettivo ‐ attraverso l’ascolto qualificato e l’attenzione al vissuto della persona ‐ è quello di favorire la socializzazione dei problemi, ridurre l’isolamento, offrire la possibilità di condividere difficoltà e situazioni di stress e, soprattutto, limitare il rischio di strutturazione della patologia psichica.

 

 Chi si rivolge a quest’ultimo Centro?

 Indiscutibilmente l’attuale crisi economica e il suo persistere, non lascia intravedere una possibile fine e pertanto ha innescato un meccanismo psicologico che in molti si traduce in paura, insicurezza, mancanza di autostima, difficile percezione del futuro. La paura è una leva complessa che già di per sé può generare violenza, ma che diventa ancora più distruttiva quando non si riesce a dare un volto al nemico che la genera. Basta poco per scatenare una violenza cieca contro chiunque, non essendoci un nemico definito, per alcuni tutti diventano potenziali nemici. La crisi non ha un volto, non è una persona e perciò disorienta più di qualunque altra cosa. Non a caso i giornali ormai sembrano bollettini di guerra, dall’imprenditore che uccide le impiegate per un finanziamento mancato, al pensionato che si getta dalla finestra per uno sfratto, alla madre che lancia i figli dal balcone o, ancora, all’uomo che uccide tre sconosciuti con un piccone. Certo follia, ma follia mista a paura. Il disagio psichico è in vertiginoso aumento e la depressione sta diventando tra le prime cause di malattia. Noi Massoni lavoriamo al di fuori della politica e della religione, e proponiamo un messaggio dello Spirito che diviene tanto più importante quanto più siamo capaci di entrare in sintonia con la sofferenza del mondo, riversando all’esterno il frutto del nostro lavoro svolto individualmente su se stessi all’interno del Tempio … Non potevamo, dunque, ignorare il problema.

Il Centro per la cura del disagio psichico annovera, al momento, centinaia di assistiti.

 

 Cosa vi prefiggete ancora, voi degli Asili Notturni e del Piccolo Cosmo?

 L’aspetto che più ci preme è generare imitazione. L’imitazione è un’attitudine spiccata nell’uomo e quindi ci auguriamo di esercitare una grande influenza su coloro che ci circondano. Cerchiamo di essere un esempio sperando che questo possa essere seguito da molti altri. La Massoneria vuole essere un corpo dialogante con la Società; noi vogliamo contribuire al benessere sociale inteso in tutti i sensi. Vogliamo servire a potenziare il coraggio civico concretizzando la scelta etico-morale – che caratterizza il nostro “essere massoni” – ; una scelta fondata sulla solidarietà, sulla tolleranza, sulla fratellanza e sulla difesa della laicità e la tutela dei più deboli e indifesi. La Massoneria, e gli Asili Notturni di conseguenza, ripropongono, come già detto, la centralità dell’uomo, dei suoi valori dei suoi bisogni, dei suoi diritti, tenendo ben presente che sono le opere e non le parole a dare valore alla vita.

 

Avete ancora dei progetti da attuare in questa direzione?

 I progetti in essere sono più di uno, ma l’ultimo appena partito riguarda i bambini. Il progetto si chiama, appunto, Bambini-ridenti. Ancora una volta – La Società per gli Asili Notturni Umberto I sembra aver anticipato concretamente la risposta ad un impellente bisogno sorto in seno alle nuove povertà: la prevenzione e la cura odontoiatrica per i tanti bambini con problemi dentali, le cui famiglie non possono sostenere il costo di interventi mirati. Il progetto “Bambini ri-denti” è sorto infatti nel 2012, ben prima che i mass media denunciassero che in Italia una famiglia su tre, a causa delle difficoltà economiche legate alla crisi, non è in grado di portare i bambini dal dentista. Recentemente i media hanno sottolineato a gran voce

che “le richieste di cure dentistiche al SSN sono aumentate del 20%, ma il Sistema non regge. Oggi 5 milioni di bambini fra i 5 e i 14 anni avrebbero bisogno di un apparecchio ortodontico. I 3.500 dentisti che operano nel pubblico, erogando 4 milioni di prestazioni l’anno, sono ormai al collasso”. Operando da anni, nel campo non potevamo non tener conto delle numerose richieste pervenute per i pazienti in età pediatrica; ecco perché già nel 2012 abbiamo scelto di rendere operativo l’obiettivo di implementare il numero di interventi riferiti a questa tipologia di utenza. È nato così il progetto “Bambini ri-denti” che si svilupperà nell’ambito dell’area metropolitana torinese (città di Torino e prima cintura) e che intende assicurare, gratuitamente, assistenza e cura odontoiatrica e ortodontica a bambini e ragazzi in condizione di difficoltà, laddove l’assistenza odontoiatrica presenta forti criticità in termini di disuguaglianza per ciò che concerne la prevenzione e la salute. L’obiettivo generale consiste proprio nell’offrire a questa fascia di popolazione la possibilità di accesso alle cure odontoiatriche per pazienti in età pediatrica, che rappresenta un fondamentale tassello nella salute dell’età evolutiva. L’aspetto preventivo ricopre un ruolo centrale in quanto una diagnosi precoce delle anomalie dentarie garantisce l’efficacia degli interventi e assicura il sano sviluppo dell’individuo. Il progetto mira, insieme alle altre iniziative, a migliorare la qualità di vita anche dei più piccoli, ai quali vorremmo almeno evitare che le difficoltà di questo momento storico possano, in futuro, togliere loro, per sempre, il sorriso.

 

 L’intervista, di Maria Pia Fiorentino, realizzata nel 2013 è tratta da www.eternoulisse.it

http://www.piccolocosmo.it/

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