“Body’s Law” è una performance sullo stato del corpo nel passaggio dalla condizione di detenzione in carcere al ritorno nel corpo sociale.
La performance si articola attraverso la rilettura di un testo diffuso nelle prigioni americane. Il testo è un vademecum per le persone che vengono scarcerate e devono reintrodursi nella comunità.
La performance si incentra sul movimento del corpo. Un performer evoca dei suoni elettronici con un dispositivo in grado di generare suoni in tempo reale, traducendo i suoi movimenti in musica. Contemporaneamente interagisce con alcune parole, alcune frasi che rappresentano i suggerimenti, le istruzioni del vademecum per trasferire il corpo, dalla cella, alla comunità.
La performance vuol far nascere degli interrogativi e dar vita a nuove riflessioni nel pubblico.
Qual’è lo stato del corpo isolato dalla comunità o, in casi estremi, isolato da tutti gli altri corpi? Qual’è lo stato del corpo nel passaggio da una situazione di contenimento fisico alla sua reintroduzione nel corpo sociale? È uno stato di paura? È uno stato connesso alla necessità di assumere una nuova immagine pubblica? Cosa significa per il corpo essere reintrodotto nella comunità? C’è qualcosa come una legge che determina come si deve comportare il corpo nella comunità? Come è integrato con gli altri corpi? Esiste un corpo sociale?
La performance è stata rappresentata a Londra nel Regno Unito, due volte a Riga in Lettonia, a Minsk in Bielorussia, a Kiev in Ucraina, ad Atene in Grecia e, recentemente, alla Biennale di Dhaka in Bangladesh.
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